Un tecnico radiologo della Asl di Latina, Roberto De Vita, è stato condotto in carcere dopo che la sentenza per i reati di violenza sessuale aggravata, pornografia minorile, esercizio abusivo della professione e interferenza illecita nella vita privata è diventata definitiva. L’uomo, che deve scontare una pena residua di 2 anni e 12 giorni, era stato inizialmente condannato a 4 anni e 1 mese, avendo già trascorso parte della pena agli arresti domiciliari.
Le accuse e le indagini
Le indagini dalla Squadra Mobile di Latina e coordinate dal pm Antonio Sgarrella, erano partite nel 2020, dopo la denuncia di una delle vittime. Durante una radiografia, De Vita aveva chiesto alla paziente di spogliarsi, approfittando per molestarla e registrare il tutto con un cellulare.
L’analisi del materiale sequestrato – tre telefoni e un computer portatile – ha rivelato filmati di donne semi-nude nel laboratorio di radiologia e nel locale spogliatoio femminile dell’ambulatorio dove si svolgevano tirocini. Inoltre, tra i capi d’accusa emerge che De Vita, spacciandosi per medico, aveva abusato di una minore durante una presunta visita medica.
Le vittime
Sono almeno 10 le ragazze identificate come vittime inconsapevoli delle riprese effettuate dall’uomo, mentre i capi di imputazione sono 21. Tra le prove raccolte, oltre ai video registrati, figurano testimonianze che hanno confermato il modus operandi del tecnico radiologo, caratterizzato da abusi e comportamenti reiterati tra il 2018 e il 2020.
Il percorso giudiziario
Roberto De Vita era stato arrestato il 23 gennaio 2021, finendo agli arresti domiciliari. La sentenza, divenuta definitiva nei giorni scorsi, ha portato al trasferimento in carcere dell’uomo per completare l’espiazione della pena.









