Accoglienza ai minori, a Latina CasaPound chiede indagini su costo del servizio e provenienza dei minorenni

Marco Savastano

Fuoco incrociato sui servizi sociali del Comune di Latina. Dopo la critica del Partito comunista sulla chiusura del dormitorio per l’emergenza freddo nonostante le basse temperature di questi giorni, arriva da destra l’affondo di CasaPound sull’accoglienza ai minori. Un tema estremamente delicato.

Per Marco Savastano, referente di CasaPound Latina, l’accoglienza ai minori sembra essere un affare pilotato, mangiatoia per le cooperative. Espressioni forti, motivate dal costo del servizio svolto dalle coop, su cui secondo CasaPound le forze dell’ordine dovrebbero indagare. E non solo, CasaPound suggerisce anche di mettere sotto la lente il percorso che i bambini compiono per arrivare in città.

Savastano cita due recenti determinazioni del servizio Welfare del Comune di Latina con le quali vengono impegnati circa 40mila euro per l’ospitalità a due bambini, per la durata di sei mesi, in struttura gestita da una cooperativa. Cosa c’è di strano?  Per Savastano la stranezza è l’importo.

“Fatto un rapido calcolo – spiega – alla cooperativa per ogni minore vengono elargiti 90 euro al giorno, un importo che gli italiani in difficoltà si sognano. Se si rivolgono ai servizi sociali il massimo che possono ottenere sono 300 euro al mese per un breve periodo. Anche se non è una novità si legge nella determinazione che questi minori ‘arrivano’ a Latina e si presentano in Questura, evidente prova di un traffico pilotato. Ci chiediamo se siano mai state avviate indagini serie atte a scoprire il percorso di questi minorenni. Sappiamo che la legge impone di accogliere i minori, ma è l’affare che si nasconde dietro a destare più di un sospetto. Sappiamo anche che i soldi provengono dal ministero e non dal Comune che comunque li anticipa”.

“Come al solito i soldi, e tanti, si trovano per minori stranieri e cooperative, ma non per le famiglie italiane. Poi vi stupite perché c’è rabbia?”, conclude Savastano.

Qui la replica dell’assessore Ciccarelli