Le associazioni dei consumatori Assoconfam, Codacons, Codici e Fedicons tornano a denunciare le criticità legate alla gestione di Acqualatina, accusando la politica di essere più interessata alle lotte interne per i posti nel CdA che ai problemi reali degli utenti.
Da anni, segnalano, migliaia di cittadini si trovano a fronteggiare richieste di pagamento su bollette vecchie di anni, distacchi idrici anche in violazione delle direttive ARERA, e somme ingenti da versare per riattivare i contatori. Tutto ciò mentre le tariffe continuano ad aumentare, giustificate da lavori di riduzione delle perdite idriche mai realmente documentati. Le associazioni ricordano come già dal 2017 siano stati approvati aumenti per 154 milioni di euro per ridurre le dispersioni, ma senza dati chiari sui risultati ottenuti.
A questo si aggiunge una morosità che ha raggiunto i 160 milioni di euro, sintomo – secondo i consumatori – di una gestione tariffaria insostenibile. “Invece di affrontare questi nodi, si assiste a continue dispute politiche per il controllo del CdA, come fosse un Consiglio comunale”, scrivono in una nota congiunta.
Nel mirino anche il mancato rinnovo dell’OTUC, l’organismo di tutela degli utenti idrici previsto dalla legge regionale. “A differenza degli altri ambiti del Lazio – concludono – l’OTUC dell’ATO4 è bloccato da mesi, nonostante le promesse del presidente della Provincia. Gli utenti sono lasciati senza voce, mentre i rincari continuano senza spiegazioni”.









