Alla ricerca dell’Homo Sapiens, visita speciale a Grotta Guattari e Museo

L'interno di grotta Guattari (foto di Laura Gobbo)
Grotta Guattari al Circeo apre ai visitatori con un’iniziativa speciale della Fondazione “Marcello Zei”. L’appuntamento è per sabato, 21 settembre. Otto persone alla volta potranno entrare nella suggestiva cavità in cui 80 anni fa fu rinvenuto il cranio dell’uomo di Neanderthal.
“Si ringrazia la Soprintendenza Archeologica – sottolinea la Fondazione – che ci permette di raccontarvi uno tra i più importanti siti archeologici del mondo”.
Il programma
Un pannello della Mostra Homo Sapiens e Habitat

La visita sarà condotta da due archeologi che illustreranno i numerosi pannelli esplicativi del percorso, raccontando le tante meraviglie che racchiude Grotta Guattari.

Dalle 18,30 verrà aperto il Museo Homo Sapiens, nella Torre dei Templari, visitabile con lo stesso biglietto cumulativo della Grotta.
Biglietti e prenotazioni
Per partecipare all’evento è necessaria la prenotazione da effettuarsi presso la Pro Loco di San Felice Circeo, contattando le utenze telefoniche 0773547770 e 3299166914 oppure inviando una mail all’indirizzo tour.prolocosanfelicecirceo@gmail.com. Il costo del biglietto è di 10 euro.
La storia 
Il 24 febbraio 1939 fu fatta al Circeo una scoperta sensazionale per la Paleontologia Umana. Alcuni operai che eseguivano lavori di scasso per l’estrazione di pietra calcarea alla base della collina del Morrone nella proprietà dell’albergo Guattari (oggi Hotel Neanderthal) misero in luce l’ingresso di una grotta che si articolava in antri secondari. Il suolo, come potette constatare anche il professor Blanc che penetrò nella cavità il giorno seguente, era letteralmente cosparso di ossa fossili che giacevano mescolate a pietrame, furono subito riconosciuti resti di Cervo, Bue Primigenio, Capriolo, Daino, Cavallo, Iena. E la scoperta più importante: giaceva abbandonato sulla paleosuperficie della grotta un cranio fossile di Uomo di Neanderthal.
Il professor Blanc osservò che l’allargamento simmetrico intorno al forame occipitale era identico a quello praticato in epoche recenti dai cacciatori di teste melanesiani per estrarre il cervello dal cranio della loro vittima e mangiarlo in osservanza a pratiche rituali. Queste ed altre osservazioni indussero a considerare verosimile l’ipotesi che i cranio del Circeo avesse rappresentato una testimonianza di pratiche di cannibalismo rituale diffuse nel Paleolitico. Un’interpretazione che non è stata contrastata per mezzo secolo e che da ipotesi divenne un esempio paradigmatico, un’icona.
A partire dagli anni Ottanta, tuttavia, in seguito a moderni studi tafonomici, etologici ed analitici condotti in particolare da antropologi americani, furono sollevati molti dubbi sulla interpretazione di Grotta Guattari quale testimonianza di sito rituale. Il reperto originale del Circeo fu nuovamente analizzato e gli esperti, pur riconoscendo che i danneggiamenti erano stati prodotti in tempi preistorici, non trovarono prove di intervento umano. Neanche una sola traccia di scarnificazione e manipolazione da parte della presunta banda di cannibali, anzi ritennero che le fratture sul fossile avessero caratteristiche di agenti non umani. Nel corso del Simposio internazionale “The fossil man of Monte Circeo. Fifty years of studies on the Neandertals in Latium”, svoltosi a Sabaudia nell’ottobre 1989 quasi tutti gli studiosi, convenuti da ogni parte del mondo, accettarono la nuova interpretazione secondo la quale Grotta Guattari era una tana di carnivori (almeno nelle ultime fasi di formazione del deposito) e il cranio neandertaliano, sul quale sono numerose, le tracce di denti, un avanzo di pasto di tali animali, segnatamente di iena maculata.
Successivamente, un crollo di massi sigillò completamente la Grotta , il processo di riempimento e l’orologio del tempo si arrestarono, tramandandoci per quasi cinquanta millenni un suggestivo, remotissimo ambiente della Preistoria.
Blanc nel cunicolo della grotta Guattari