Aprilia, due aziende al lavoro con il Comune nell’inchiesta Dark Side. L’affondo del consigliere Carmen Porcelli: “Amministrazione superficiale”

Carmen Porcelli

La Loas Italia, l’azienda di trattamento rifiuti del polo artigianale, non era l’unica a lavorare per il Comune di Aprilia attraverso la Progetto Ambiente. Anche la Menfer, azienda travolta dall’operazione Dark Side per aver scaricato illegalmente rifiuti in quella discarica abusiva di via Corta, ribattezzata a ragione veduta la cava dei veleni, nel 2014 aveva fornito 54 tonnellate di ferro all’ente di piazza Roma. Un rapporto avvenuto in tempi non sospetti, a differenza di quello con la Loas Italia che per conto della Progetto Ambiente si occupava del trattamento di alcuni materiali in plastica, partecipando anche al progetto di educazione ambientale Differenzio Anch’io. A portare alla luce questa nuova circostanza, mentre il Comune di Aprilia è al lavoro per produrre atti volti a interrompere i rapporti con la Loas, è il consigliere comunale di Primavera Apriliana Carmen Porcelli, che stigmatizza la disattenzione dell’esecutivo, sia nella scelta dei fornitori sia sulle tematiche ambientali.
LE DITTE FINITE NELL’INCHIESTA “In merito alle indagini che hanno coinvolto alcune aziende impegnate nello smaltimento dei rifiuti – spiega il consigliere Carmen Porcelli- si cita solo la Loas ma non è l’unica azienda interessata dall’inchiesta con la quale il Comune di Aprilia ha avuto rapporti, ma anche alla Menfer nel 2014 sono stati ceduti ben 54 tonnellate di ferro. Forse è il caso – conclude Carmen Porcelli – che la Progetto Ambiente riveda complessivamente i rapporti con i suoi clienti e fornitori, con i quali – come ho già affermato in precedenza – ci sono troppe opacità”. Opacità denunciate a più riprese dal consigliere di Primavera Apriliana, che mesi fa aveva evidenziato un’altra stranezza, relativa al frazionamento negli acquisti dei mastelli per la raccolta differenziata.

AMBIENTE A RISCHIO, TROPPA SUPERFICIALITA’” La superficialità dimostrata nella gestione del settore, secondo l’esponente di Primavera Apriliana, avebbe creato le condizioni per una crescita esponenziale di impianti di trattamento autorizzati ma anche per il proliferare di discariche abusive come quella sequestrata dalla Polizia Stradale di Aprilia. “Stando a quanto sta emergendo dalla indagine Dark Side – prosegue Carmen Porcelli – è del tutto evidente che ad Aprilia non è possibile realizzare una discarica, né ora né mai. Non era neanche plausibile, come è stato fatto da certa politica, aprire le porte ad ogni genere di siti ed impianti di trattamento dei rifiuti, vista la situazione pregressa sul territorio. La superficialità mostrata dalla classe dirigente apriliana, per quanto mi riguarda, è un dato dal quale non si potrà prescindere per una valutazione politica complessiva, perché chi ci governa sapeva quale era lo stato del territorio e delle periferie, con le tante discariche abusive e rifiuti abbandonati in ogni dove. Oggi però la presenza di siti di smaltimento illegali sul territorio è nota, sappiamo tutti che la salute umana e del territorio rischiano di essere seriamente compromesse. Ed è ora di correre ai ripari, almeno per il bene dei nostri figli”.
SITI INQUINATI E INDAGINE EPIDEMIOLOGICA: L’AMMINISTRAZIONE BLOCCATA” Il consigliere Carmen Porcelli attacca l’amministrazione anche in relazione all’assenza di risposte in merito alla bonifica dei siti inquinati, di cui si conosce l’esistenza sin dagli anni ’80 e sullo studio epidemiologico partito da due anni e di cui ancora oggi non sono stati resi noti i risultati. “Innanzitutto mi chiedo, prima di aprire tavoli e tavolini sull’ambiente, i risultati finali della indagine epidemiologica dove sono? In un comunicato ufficiale del sindaco pubblicato sul sito on line del Comune di Aprilia, datato 21 settembre 2016, era scritto che i risultati sarebbero stati resi noti nella primavera di quest’anno. Siamo ad estate inoltrata, perché non sono stati ancora pubblicati?”“Lo stato di salute degli apriliani, e le probabili conseguenze derivanti dall’esposizione a fonti di inquinamento occulte – continua nella nota stampa la consigliera comunale – è stato al centro delle controdeduzioni che Primavera Apriliana ha portato in conferenza dei servizi in Regione per affermare la contrarietà alla realizzazione della discarica della Paguro nel quartiere La Gogna. Lo studio presentato riguardava una indagine epidemiologica svolta nelle aree delle province di Napoli e Caserta, la terra dei fuochi, caratterizzate dalla presenza di siti di smaltimento e combustioni illegali di rifiuti dove sono stati registrati decessi per specifiche patologie, determinati tumori e malformazioni congenite”.