Aprilia, inchiesta della Procura sul depuratore ex Yale: Porcelli, Boi e i grillini contro l’amministrazione. “Nessun caso politico, solo l’emblema della mala gestione del territorio”

Il caso del depuratore ex Yale di Casalazzara come emblema della mala gestione da parte dell’esecutivo di una vicenda di fondamentale importanza per il territorio di Aprilia. A dimostrarlo ci sarebbe proprio l’interessamento della Procura di Latina, che ha disposto l’acquisizione delle carte relative al progetto per la trasformazione del vecchio depuratore del complesso industriale in un impianto a uso civile al quale collettare le reti fognarie del comparto Casalazzara 2. Il blitz della forestale in Comune di ieri mattina e l’acquisizione delle carte per un’inchiesta che si muove a doppio binario, sulla realizzazione di quell’impiantro nei pressi della sorgente dell’Acqua Bona e sulla cessione a titolo gratuito del terreno di 2500 mq di proprietà della Valore Reale, segnerebbe uno spartiacque, trasformando il caso politico in una vicenda amministrativa dai contorni ancora poco chiari e su cui ora la magistratura vuole far luce.
Un pensiero questo condiviso dai consiglieri d’opposizione Carmen Porcelli e Roberto Boi, ma anche dal meetup dei Grillini Apriliani, che il 20 maggio scorso per primi avevano manifestato grandi perplessità su un piano antieconomico e ricadente in un’area sottoposta a vincoli. “Abbiamo appreso la notizia dell’acquisizione degli atti riguardanti il depuratore della ex Yale dagli organi di stampa- spiegano in una nota stampa i due amministratori e i grillini- pertanto prima di esprimerci attendiamo che la magistratura svolga il proprio lavoro in tutta serenità. Non possiamo però non esprimere alcune considerazioni in merito ad una vicenda che è partita nel 2013, anno in cui il consigliere comunale Roberto Boi verbalizzò alcune prescrizioni al progetto del depuratore, la cui realizzazione era già prevista in quel sito,in prossimità di una sorgente di cui si decideva di non tenere affatto conto, ed è culminata in queste settimane con la forzatura da parte del Comune di Aprilia a procedere in quella direzione, noncurante delle eccezioni sottoposte agli organi politici e dirigenziali dell’ente da parte delle forze politiche che in questi mesi hanno messo in evidenza le criticità di quel progetto”.
Considerazioni, quelle espresse da Boi, Porcelli e dai Grillini Apriliani seguite alla ferma opposizione al piano voluto dall’amministrazione comunale di Aprilia, già approvato nella delibera del 2014. Un’opposizione ferma, che in Regione ha portato alla presentazione di un’interrogazione a risposta scritta a firma dei consiglieri del M5S e in consiglio dopo la lettura della relazione tecnica di Roberto Boi al ritiro del punto relativo dell’acquisizione dell’area a patrimonio Comunale.
In questi mesi i due consiglieri comunali di opposizione attraverso conferenze stampa, richieste di accesso agli atti ed interrogazioni hanno cercato di mettere in rilievo le criticità che presentava questo progetto, mentre una interrogazione regionale, sollecitata ai portavoce alla Pisana del Movimento Cinque Stelle da parte dei Grillini Apriliani, ha evidenziato la necessità di mettere in chiaro che in quell’area individuata c’è una sorgente, la Sorgente Reggia di Turno, riconosciuta e protetta dalla Regione Lazio. “La vicenda del depuratore della ex Yale  – prosegue la nota di Porcelli, Boi e i Grillini Apriliani – non è una questione politica, come vorrebbe far credere l’assessore Spallacci, bensì una questione di mala gestione del territorio, uso e costume al quale – purtroppo – siamo fin troppo abituati ad Aprilia; è grave che egli, soprattutto per la professione che svolge, tenti di derubricare il caso amministrativo in questa maniera: se un magistrato affida al corpo della Forestale il mandato di acquisire atti, non è certamente per un fatto politico, piuttosto perché il magistrato ha ravvisato tutti gli elementi per ritenere opportuno approfondire una vicenda che tanto chiara, evidentemente, non è. E tra i punti oscuri di questa storia sicuramente, così come è balzato ai nostri occhi, sarà emerso il fatto che per avallare questa scelta gli uffici di Piazza Roma hanno letteralmente cancellato una sorgente, eluso i vincoli boschivi e paesaggistici che insistono su un’area di pregio ambientale e storico; così come sarà risultato singolare che una proprietà – i cui assetti non sono al momento chiari agli stessi uffici comunali, i quali non tengono conto che, nel frattempo, è avvenuto un avvicendamento societario tra soggetti economici e predispongono gli atti per acquisire una parte di patrimonio, ma da un soggetto societario che non esiste più – ceda un terreno a prezzi modici per consentire ad un Comune di realizzare un impianto di depurazione. Si tratta per caso di benefattori? O forse questa operazione giova solo alla proprietà cedente la cui esistenza è al momento dubbia? Strana interpretazione quella che l’assessore ai Lavori Pubblici fa del lavoro svolto da parte dell’organo inquirente: se son tutti gli altri a fare politica, immaginiamo egli si paragoni alla legge o forse ritiene di essere la legge! E’ in questo strano atteggiamento che noi cogliamo, in qualità di amministratori e di attivisti impegnati nella vita cittadina per migliorare il presente e il futuro di Aprilia, tutta l’arroganza di chi opera nella convinzione di poter forzare la legge. Per entrare nel merito della vicenda, ribadiamo come sia necessario – e da fare al più presto – che l’amministrazione comunale individui un altro luogo dove realizzare un depuratore se l’urgenza è davvero quella di dotare la borgata di un impianto, che questo sia conforme alle norme e rispettoso dell’ambiente, già fin troppo deturpato. Il depuratore come previsto alla ex Yale  – concludono i consiglieri comunali Boi e Porcelli e gli attivisti del meetup Grillini Apriliani – è dannoso per l’ambiente;  esposto alla criticità del sollevamento dei liquami perché a quota altimetrica superiore ala maggior parte delle abitazioni e perciò anche più costoso”.