Aprilia, la commissione trasparenza rinviata. Porcelli: “Un furto ad orologeria”

Carmen Porcelli
Oltre a creare scompiglio per l’intera mattinata, il furto perpetrato la notte scorsa presso gli uffici del Comune di Aprilia ha avuto effetti deleteri anche sullo svolgimento dell’attività amministrativa. La commissione trasparena prevista per questa mattina, sul caso della graduatoria della Polizia Locale usata per assumere personale da impiegare negli uffici e quelo legato ai debiti della Multiservizi, è stata rinviata a giovedì prossimo. Una strada coincidenza, sulla quale interviene il consigliere di Primavera Apriliana Carmen Porcelli.
“Un furto ad orologeria- commenta Porcelli- effettuato la notte precedente allo svolgimento di una commissione trasparenza attesa da quattro mesi a causa, anche del mancato invio della documentazione relativa all’ utilizzo del denaro, oltre 16 milioni di euro, che la Multiservizi ha ricevuto dal Comune di Aprilia per ripianare vecchi debiti, questo a me sembra il colpo messo a segno negli uffici comunali di Piazza Roma. Un furto che avviene in un sede istituzionale, in centro, nel cuore della città e non mi stupirebbe di sapere che nessuna telecamera ha ripreso nulla, perché non sarebbe la prima volta e perché la questione della videosorveglianza in questa città, a partire dagli albori, da quando per la prima volta abbiamo tanti anni fa sentito parlarne, assomiglia più ad una barzelletta che ad una cosa seria. Un furto che ha riguardato anche il materiale utile allo svolgimento della predetta commissione, perché – al di là degli atti in possesso in via telematica di tutti i consiglieri convocati – mancavano all’appello questa mattina proprio i registri per svolgere la commissione. Questa è una cosa gravissima di cui credo debba essere informato il Prefetto di Latina. Mi auguro che i colleghi dell’opposizione vogliano sottoscrivere una richiesta di incontro, perché la questione è grave. si vuole liquidare una azienda senza verificare prima di tutto le responsabilità degli amministratori e della politica, ma scegliendo di mettere a rischio oltre duecento famiglie. Il sindaco si assuma la responsabilità, piuttosto, di ritirare la delibera di liquidazione e di denunciare i responsabili dello sperpero del denaro pubblico”.