Aprilia, morì in motorino: Comune condannato al risarcimento

Aprilia, morì in motorino: Comune condannato al risarcimento

Una buca sull’asfalto provocò la caduta di un ragazzo in motorino, morto nell’incidente. Confermata dalla Corte di Appello di Roma la condanna del Comune di Aprilia all’ulteriore risarcimento del padre e dei fratelli di Daniele Giovannoni, deceduto il 30 agosto del 2005, in via Toscanini ad Aprilia.

La Corte di Cassazione aveva già confermato la condanna penale dell’allora dirigente responsabile del Comune di Aprila e lo stesso Comune. Ora la Corte di Appello conferma la condanna civile di primo grado. Dopo un ulteriore ricorso, presentato dall’avvocato Ezio Bonanni, alla famiglia il Comune di Aprilia dovrà corrispondere mezzo milione di euro, che si aggiunge ai 920 mila euro già stabiliti in primo grado.

Un ricorso motivato da danni biologici, psicobiologici e psichici. “Il consulente del pubblico ministero – scrivono ancora i giudici – pur affermando che la presumibile velocità a cui viaggiava il ragazzo fosse di 70 Km/h, ha comunque dichiarato che la causa del sinistro doveva essere individuata esclusivamente nello stato di cattiva manutenzione della strada atteso che, se il manto fosse stato integro, avrebbe consentito al ciclomotore di percorrere la curva sinistra ad ampio raggio senza perdere aderenza”.

Per la famiglia Giovannoni un calvario giudiziario di 18 anni. Nel 2010 a 5 anni dall’incidente, il padre di Daniele si incatenò davanti al Tribunale di Latina chiedendo che fosse fissata un’udienza del processo che avrebbe poi chiarito le responsabilità del sinistro. La sentenza di Cassazione del procedimento penale è arrivata soltanto nel 2019. Quattordici anni dopo.