Aprilia, sequestro a Piattella. Questore: “Colpita l’imprenditoria malata”

“Abbiamo colpito una parte dell’imprenditoria malata della provincia di Latina”, ha detto questa mattina il questore di Latina, Rosaria Amato, durante la conferenza stampa sul sequestro patrimoniale ad Antonio Piattella. “Va detto – ha continuato – che non tutta l’imprenditoria del territorio è malata. L’operazione di oggi va anche a sostegno proprio di chi lavora onestamente, che deve trovare nella polizia uno sprone per continuare a comportarsi in maniera corretta”.

Giuseppe Linares, a capo del Servizio centrale anticrimine della polizia di Stato, ha invece spiegato come il sequestro preventivo non riguardi il processo penale in corso a carico dell’imprenditore di Aprilia, per la discarica illecita di rifiuti, ma deriva comunque da quelle indagini ed è relativo “alla pericolosità emersa durante il procedimento”. Il provvedimento è volto proprio a “neutralizzarla”.

Attraverso il presunto traffico illecito di rifiuti Piattella sarebbe riuscito – secondo gli investigatori – a risparmiare somme di denaro che sarebbero state accantonate e poi riutilizzate nelle sue attività. “La legge antimafia – ha spiegato ancora Linares – consente a Procura e questore congiuntamente di individuare queste somme e bloccarle.

Sono stati così apposti i sigilli a 7 terreni, 9 fabbricati, a diversi conti correnti intestati a Piattella, alla moglie e ai figli, per un valore complessivamente stimato in circa 1,5 milioni di euro. Sequestrata anche l’abitazione di famiglia.

Il 25 novembre prossimo si terrà l’udienza davanti al tribunale di Roma che potrebbe decidere per la trasformazione del sequestro in confisca.

L’imprenditore apriliano era stato arrestato dalla polizia nell’ambito dell’operazione “Dark side”, e nei suoi confronti era scattato un provvedimento di sequestro preventivo che aveva interessato i beni e le aziende nella sua disponibilità. L’uomo è ritenuto al vertice di un sodalizio criminale dedito all’illecito smaltimento di rifiuti che venivano interrati in una ex cava alle porte di Aprilia, in località Tufetto senza alcuna autorizzazione.

I servizi di monitoraggio avrebbero accertato, nell’arco di 5 mesi, circa 200 sversamenti abusivi, aventi ad oggetto anche rifiuti di natura tossica, che avrebbero procurato sia agli smaltitori che ai conferitori di ottenere elevatissimi profitti, che successivamente sarebbero stati reimpiegati nel circuito economico legale.

Le recenti indagini patrimoniali, svolte dalla Divisione anticrimine di Latina e dal Servizio centrale anticrimine, hanno permesso di appurare che il Piattella, nonostante sia stato, sin dal 1996, pressoché sconosciuto al fisco, era in possesso di grandi disponibilità economiche, ponendosi, di fatto, come il volano e il punto di riferimento di tutte le attività imprenditoriali della sua famiglia, sia di quelle gestite dai figli del primo matrimonio, non più conviventi, sia di quelle riconducibili ai componenti della famiglia attuale.

Con esclusivo riferimento agli sversamenti monitorati nel corso dei soli 5 mesi di svolgimento dell’indagine, la somma derivante dalla illecita attività del traffico di rifiuti è stata stimata in circa 180mila euro. Tali cifre sarebbero ampiamente confermate anche dalle risultanze delle attività tecniche. Quello che invece la famiglia avrebbe dichiarato negli anni non sarebbe stata sufficiente neanche al soddisfacimento delle primarie esigente quotidiane. Per questo è scattato il sequestro.