Aprilia, teatro di guerra dei rifiuti di Roma. Terra si difende dalla macchina del fango: abbiamo detto no alla discarica di La Gogna

Il tavolo della conferenza stampa indetta dal sindaco di Aprilia Antonio Terra

Il sindaco di Aprilia Antonio Terra sembra sprofondare nella spazzatura. La macchina del fango si è attivata e l’ha colpito in pieno. Va per difendersi dall’iniziativa sulla trasparenza attivata dal consigliere Carmen Porcelli di Primavera apriliana e spuntano le carte su un finanziamento di 10mila euro per la sua campagna elettorale del 2013 elargito da Fabio Altissimi di Rida Ambiente. Terra dice: non ne sapevo nulla, l’ho scoperto solo due mesi fa; ma non significa niente perché abbiamo detto di no alla discarica di La Gogna (progetto presentato dalla società Paguro srl, riconducibile alla Rida). Poteva finire qui, e invece a ricaricare lo sputa-veleni sono le intercettazioni effettuate nell’ambito dell’inchiesta su Manlio Cerroni: Altissimi e Terra parlano liberamente, in tono confidenziale, due amici diranno gli inquirenti ma null’altro.

La conferenza stampa

Ieri, nel corso di una conferenza stampa che il primo cittadino di Aprilia ha tenuto insieme al vicesindaco Franco Gabriele, al presidente del Consiglio comunale Bruno Di Marcantonio e altri rappresentanti della Giunta e del Consiglio, che hanno fatto quadrato attorno a lui, ha spiegato che la conversazione choc faceva riferimento alla deliberazione di Giunta numero 146 del 19 novembre 2013, avente ad oggetto la “Concessione Patrocinio gratuito all’iniziativa promozionale denominata Svuota la Fossa, proposta dalla società Rida Ambiente srl di Aprilia – Atto di Indirizzo”. “In quel caso l’azienda, grazie soprattutto all’intercessione della nostra Amministrazione – ha precisato il sindaco Terra -, propose ai residenti nel quartiere Sacida (località in cui opera la stessa Rida Ambiente) un servizio di trattamento e smaltimento dei fanghi delle fosse settiche ad un costo simbolico di dieci euro cadauno a fronte, invece, di un costo di oltre 200 euro”. “Un fatto, però, risulta sconcertante – Terra rispedisce le accuse al mittente -, e riguarda i rapporti tra la Rida Ambiente e il consigliere Porcelli, che proprio su suggerimento dello stesso patron dell’azienda ha presentato quale prima firmataria una mozione per risolvere il problema di Via Gorgona, spingendo l’Amministrazione ad approvare un provvedimento quando ancora non era stato trovato un accordo, tanto è vero che oggi la vicenda è ancora oggetto di contenzioso. Un consigliere comunale che si spinge fino al punto di presentare una mozione su precisa richiesta del patron della Rida Ambiente, e in questo caso sì condizionando le scelte dell’Amministrazione, solleva più di un interrogativo sulla sua stessa intransigenza”.

Aprilia al centro della guerra di Roma

Ora l’amministrazione comunale di Aprilia dice no alla maxi discarica che fa gola alla Rida, da realizzarsi a La Gogna: un milione e 250mila metri cubi, finalizzata a ricevere gli scarti della lavorazione dei rifiuti indifferenziati. Ma basterà l’opposizione del Comune di Aprilia a fermare l’ennesima servitù sulla frazione di La Gogna che per la vergogna si è cambiata anche nome con La Cogna? Il progetto della Paguro srl sarà valutato nel corso di una conferenza di servizi in cui la Regione avrà un peso di non poco conto. “L’impressione – ha detto il sindaco Terra – è che sia riesplosa la guerra dei rifiuti di Roma e che i protagonisti abbiano trasferito il luogo del confronto ad Aprilia. A farne le spese non è certo la stabilità di una coalizione di governo cittadino, bensì una comunità sulle cui spalle possono ricadere decisioni calate dall’alto. Così è stato in passato per turbogas, biomasse e quant’altro”.

Gli scheletri nell’armadio

Ha ragione il sindaco a sentirsi capo espiatorio della guerra sulla monnezza dal momento che la Regione per risolvere il caso Roma è disposta a “delocalizzare” i rifiuti fuori porta: da non dimenticare le richieste di ampliamento delle discariche di Borgo Montello per le quali la Regione – audizione del funzionario Flaminia Tosini in Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati – ha detto che risolto il nodo della bonifica potrebbe dare l’ok alla alle Valutazioni di impatto ambientale. Ma lo stesso sindaco non deve dimenticare gli scheletri nell’armadio che la Regione deve avergli infilato sotto il naso senza neanche accorgersene.

Il colpo basso della Regione

La storia di Aprilia ci rimanda ad un anno prima della sua elezione a primo cittadino. Il sindaco Domenico D’Alessio è morto il 26 febbraio 2012 e Terra si trova a fare il facente funzione. A novembre, in qualità di assessore, relaziona in Consiglio comunale la delibera in approvazione, la numero 71 del 15 novembre 2012: ratifica di impianto recupero e smaltimento rifiuti speciali in via Valcamonica – società Rida Ambiente. La Regione Lazio, nel 2011, con determinazione 15966 del 27 luglio aveva in buona sostanza dato l’ok a che Rida potesse trattare anche i rifiuti urbani fino a 173.600 tonnellate all’anno. Al Comune l’onere di “risolvere” la questione urbanistica. Come? Con la delibera relazionata da Terra, ovvero prevedendo una variazione alla destinazione urbanistica temporanea, strettamente connessa al progetto e alla durata prevista, con il pegno per la società di provvedere alla bonifica alla chiusa dell’impianto. In sostanza il Consiglio comunale trasforma una zona agricola in zona industriale “temporaneamente” con la buona pace del complesso iter che la Regione impone per simili operazioni. Solo l’inizio della fortuna in casa Rida. Nel 2014 con determinazione 8187 dell’8 maggio, la Regione autorizza un incremento dei quantitativi di rifiuti solidi autorizzati in ingresso alla Rida fino a 409.200 tonnellate all’anno. Di un ulteriore “aggiustamento” urbanistico da parte del Comune di Aprilia non ne abbiamo trovato traccia. Agli atti resta il no dell’amministrazione comunale alla discarica di La Gogna.

Terra, vittima o carnefice?

 Ci si domanda se la gogna mediatica in cui è finito Terra sia dipesa dalla campagna sulla trasparenza amministrativa attivata da Porcelli o dal bastone infilato in mezzo alle ruote della Paguro.