Attentato al sindaco di Lenola, quattro ore di ricostruzione in aula

La macchina del sindaco di Lenola dopo l'attentato incendiario

Quattro ore di udienza, un’aula silenziosa e la voce del sindaco di Lenola, Fernando Magnafico, più volte tremolante dalla paura. È stata una testimonianza lunga e complessa quella resa ieri dal primo cittadino nel processo sul rogo doloso della sua automobile, avvenuto nel settembre 2023 sotto la sua abitazione. Il primo cittadino ha spiegato che il primo campanello d’allarme arrivò quando i carabinieri gli chiesero di cancellare un incontro pubblico dedicato alla violenza sulle donne. “Ho capito che la situazione era davvero grave quando il maresciallo mi disse che dovevo annullare un dibattito già programmato al centro sociale”. L’evento venne bloccato all’ultimo momento, senza spiegazioni chiare. Solo un anno dopo il sindaco scoprì che quella sera si temeva un attentato: “Ci sono rimasto molto male perché io pensavo che a Lenola queste cose fossero impossibili”.

In aula è stato ricostruito anche il clima nel paese, dove si rincorrevano voci su spaccio di droga e malumori verso l’amministrazione. Il sindaco ha confermato che subito dopo l’incendio i carabinieri gli chiesero se avesse avuto contrasti legati al suo ruolo, e che solo con il tempo riuscì a collegare diversi episodi. Tra questi, la controversia riguardante un terreno boschivo acquistato dal Comune per l’ampliamento del cimitero. Magnafico ha riferito di un episodio che lo mise in attrito con l’imprenditore Vincenzo Zizzo, oggi imputato principale nel processo: “Un giorno, questi mi chiamano e dicono che qualcuno aveva tagliato le piante su quell’area comunale ed era stato Zizzo, io non sapevo nulla. Una sera ci incontrammo in paese e Vincenzo Zizzo mi disse, tu mi hai denunciato alla Forestale”.

La giornata in aula si era aperta con la testimonianza di un infermiere che in passato aveva parlato di debiti di droga con Zizzo, salvo ritrattare quasi tutto di fronte ai giudici. Un racconto confuso che ha sollevato molte perplessità tra accusa e difesa. Nel procedimento, oltre a Zizzo, sono imputati anche Muco Riza e Pasquale Spirito, accusati di traffico di sostanze stupefacenti. Il Comune di Lenola è parte civile. Il processo riprenderà il 10 febbraio, quando verrà ascoltato anche il collaboratore di giustizia Salvatore Iannicelli, già protagonista di altre indagini sullo spaccio nella provincia.