Avvocato sequestrato, 4 condanne: cade aggravante del metodo mafioso

Nel giugno 2019 sequestrarono un avvocato perché non contenti della difesa. Ai 4 arrestati e poi imputati fu contestato, oltre al sequestro, anche l’aggravante del comportamento di stampo mafioso. Ieri, durante l’udienza preliminare tutto è stato ridimensionato.

Il reato derubricato ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Per questo, presso il tribunale di Roma, nonostante il pubblico ministero Antonio Sgarrella abbia chiesto 20 anni per Ernesto Pantusa e 12 per gli altri 3 imputati, le condanne sono state molto più lievi.

Pantusa è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione, Debora Fiorucci e Salvatore Carleo a 2 anni e Fabrizio Fava a 1 anno e 6 mesi di reclusione.

Il 25 giugno 2019 i 4 portarono il professionista in un casolare abbandonato a Borgo Bainsizza e poi giù schiaffi e minacce anche di morte nei suoi confronti e verso la sua famiglia. Il legale era terrorizzato, anche dal fatto che i suoi aguzzini avrebbero millantato conoscenze nella camorra e di criminali di vecchia data.

Poi gli avevano fatto firmare la scrittura privata di ricognizione di debito, per 110mila euro. Rapinato del telefonino, dell’orologio, di 1300 euro in contanti e di un assegno di mille euro e ancora di tre penne di marca e delle chiavi dell’auto, poi ritrovata nel parcheggio del Conad di via Ezio, a Latina era stato lasciato libero.

Con i lividi al volto causati dalle percosse e senza più nulla l’avvocato aveva chiamato un amico di Latina, dopo aver chiesto aiuto a un passante, e si era fatto accompagnare dai carabinieri. Il 6 febbraio scorso gli arresti in quella che è stata chiamata operazione Stelvio: i carabinieri di Latina furono coordinati dalla Direzione distrettuale Antimafia di Roma.