AZZURRI. Il furto della Coppa Rimet e la disfatta coreana

Capitolo 14

di Giovanni di Giorgi

Direttore editoriale della casa editrice Lab DFG

Mondiale del 1966. Sono gli anni della beatlemania, della minigonna, della rivoluzione sessuale, della Mini Cooper e Londra è il laboratorio della rivoluzione culturale che a breve esploderà in tutta Europa.

Sono gli anni del Mondiale in cui successe di tutto: l’Africa boicotta la Coppa del Mondo e per la prima e unica volta un intero continente non partecipa; la Coppa Rimet venne rubata e poi ritrovata da un cagnolino a passeggio in un parco londinese; l’infortunio a Pelé; l’esplosione di Eusebio e la finale, vinta dai padroni di casa, con un gol “fantasma” dell’inglese Hurst.

E tra le sorprese c’è la Corea del Nord che grazie a una rete del dentista Park Doo-Ik batte l’Italia di Fabbri eliminando gli azzurri dal Mondiale.

Questo il commento di Gianni Brera, presente sugli spalti dell’Ayresome Park di Middlesbrough: “Giornata amara, giornata di vergogna… Ora ce ne torniamo umiliati fin quasi allo sgomento”

I giocatori azzurri al rientro in patria furono accolti dal lancio di ortaggi e pomodori da parte di centinaia di tifosi delusissimi.

Edmondo Fabbri esonerato, a dimostrazione di un Mondiale “strano”, accusò di essere vittima di un complotto ordito dal medico della Nazionale Fino Fini, che avrebbe somministrato una droga che limitava le prestazioni dei calciatori.

Artemio Franchi dopo l’esonero di Fabbri scelse Ferruccio Valcareggi per guidare l’Italia agli Europei del 1968.