Bianchi, un pilota dem per il Comune di Sabaudia. In pista per rilanciare l’economia. La sfida elettorale per il rinnovamento

Amedeo Bianchi

E’ Amedeo Bianchi il candidato sindaco di Sabaudia per il Partito democratico. Pilota Alitalia, 52 anni, sposato, padre di una ragazza di 25 anni, ha già ricoperto la carica di consigliere comunale in maggioranza dal 2007 al 2008 con la Margherita durante l’amministrazione di Sandro Maracchioni, poi passato all’opposizione fino al 2009 e rieletto nello stesso anno all’opposizione indossando la maglia del Pd fino al 2013, infine rientrato nell’assise civica nel 2014 con la civica Viva Sabaudia Viva. In vista delle elezioni di giugno prossimo ha tentato fino all’ultimo di formare una coalizione unita e compatta per contrastare la politica inconcludente di Sabaudia. Ma, prendendo atto della mancata convergenza non ha rinunciato a mettersi in campo con la sua proposta. Una sola lista per il pilota dem, pronto a decollare questa volta non con la compagnia di bandiera ma con il suo partito, forza riformista che tenta di ricucire al suo interno gli strappi dopo la riconferma della guida di Matteo Renzi. A Bianchi abbiamo posto qualche domanda in vista delle amministrative del prossimo 11 giugno.

Bianchi, perché non ha trovato la quadra con chi, come lei, ha sottoscritto la mozione di sfiducia al sindaco Maurizio Lucci?

“Fin dal giorno dopo la sfiducia al sindaco Lucci, abbiamo cercato di costruire una coalizione quanto più ampia possibile a partire proprio dalle forze politiche che avevano votato in consiglio comunale la mozione. Contemporaneamente abbiamo messo in chiaro che il Pd non avrebbe ricoperto incarichi di governo, ma avrebbe svolto il proprio lavoro in funzione di un programma condiviso, nelle commissioni consiliari competenti, ritenendole gli strumenti adatti per l’indirizzo politico amministrativo del governo della città. Unica richiesta fatta era quella di ‘discontinuità e rinnovamento’, intesa come rottura rispetto ai governi passati e di cambiamento della classe politica dirigente. Su queste basi abbiamo inizialmente trovato un accordo con altri soggetti politici, che poi però, inspiegabilmente, ci hanno ripensato. La nostra richiesta non era tanto imporre un nostro candidato alla guida della coalizione, quanto un candidato che non fosse stato implicato nella gestione della cosa pubblica nel recente passato, per posizioni chiave come quella di candidato sindaco. Abbiamo anche indicato le primarie come soluzione nel caso non vi fosse stata la convergenza su un candidato unitario, ma anche in questo caso siamo rimasti isolati”.

Cosa l’ha spinta a proporsi candidato sindaco? E’ stata più una sua convinzione o glielo ha chiesto il suo partito?

“Io sono un uomo di partito da sempre. Ogni minima dichiarazione o comportamento tenuto in questi anni ha sempre rispettato le direttive del partito e quando non sono stato d’accordo sono stato sempre rispettoso delle sue regole. In questa occasione il partito mi ha indicato già da ottobre dello scorso anno come candidato di bandiera. Allo stesso tempo il partito si è reso disponibile a ritirare il proprio candidato nel caso si fosse trovato un accordo per una coalizione più ampia. Ho tentato in tutti i modi di costruire una coalizione ed evitare l’isolamento del partito purtroppo senza nessun risultato”.

Sabaudia oggi soffre la crisi, come le altre città italiane. Qual è la cura giusta?

“L’economia è fatta di cicli e quando un ciclo è terminato bisogna avere la capacità e la visione di quello che potrebbe essere una nuova ripartenza. La crisi economica del 2008 ci ha messo in ginocchio perché ha evidenziato quelle carenze strutturali che una pessima politica aveva generato in città nonostante gli strumenti a disposizione: penso ad esempio al Regolamento regionale 11 del 2009 sugli stabilimenti balneari che avrebbe potuto elevare lo standard qualitativo dell’offerta turistica e mai recepito dall’amministrazione comunale. Oggi dobbiamo avere la capacità di far ripartire l’economia da una nuova centralità del territorio e il nostro territorio è occupato per più del 60 per cento dal bosco. Quindi intorno ad esso va costruita la nuova economia della città: questo significa una rete di piste ciclabili, sentieri nel verde, un lago risanato e fruibile, una revisione del Pua in un contesto ecocompatibile, la realizzazione di posti letti al difuori dell’area del parco, una rivisitazione dei Borghi da periferie di servizio a ingresso del Parco”.

Il senatore Claudio Moscardelli, del Pd, è primo firmatario di una mozione per l’acquisizione del lago al demanio marittimo. Lei, un paio di giorni fa, ha ironizzato sulla moria di pesci del canale romano di collegamento tra il lago e il mare, perché?

“Nel rispondere partirei dall’ultima parte della sua domanda perché la prima parte ne è la naturale conseguenza. Quando ho visto le dichiarazioni sui social network in merito al veleno che dal mare sarebbe entrato, attraverso il canale neroniano, nel lago, mi sono sentito in dovere di intervenire immediatamente. Per smorzare queste apocalittiche affermazioni (non validate scientificamente) ho scelto l’ironia anziché lo scontro frontale che le avrebbe, nonostante le buone intenzioni, amplificate. Chi ha familiarità con la vita politica della città sa che proprio in questi giorni è stata assegnata alla nostra città la Bandiera blu. Se si afferma che il nostro mare non è inquinato, ma addirittura avvelenato, senza prove certe di cosa si afferma, non si fa un buon servizio alla nostra economia rischiando di farci perdere questo ambito riconoscimento per il quale maggioranza ed opposizione hanno sempre lavorato all’unisono. Quello che mi ha sconcertato è la completa assenza degli altri candidati sindaci, forse attenti più alla ricerca del consenso che ad affrontare i veri problemi della città. Uniche voci che timidamente si stanno facendo avanti sono quelle degli operatori balneari che hanno finalmente compreso quale danno di immagine stanno ricevendo. Tornando alla prima parte della domanda, se quanto già detto non bastasse a corroborare la richiesta che tali acque siano dichiarate pubbliche, vale la pena ricordare che il lago potrà essere centrale nel futuro sviluppo della città se, attraverso fondi pubblici, venisse bonificato e reso fruibile ai cittadini come lo era quando ero bambino e ci si poteva bagnare nelle sue acque. Nel corso di questi anni abbiamo sentito dire che i fondi pubblici possono essere erogati anche ai privati eppure non vi è contezza (pronto a fare le mie scuse se riuscissero a dimostrare il contrario) che il denaro, circa 7 miliardi di vecchie lire, che i cittadini di Sabaudia hanno versato ai signori Scalfati prima del 2000 siano stati utilizzati per bonificare il lago. Infine la battaglia del senatore Moscardelli e degli altri amici senatori è una battaglia di civiltà, ed il Pd ha il dovere di fare queste battaglie nell’interesse delle comunità locali”.

Il Parco nazionale del Circeo che cosa rappresenta per Sabaudia?

“Sul Parco Nazionale potremmo discutere per ore inondando le pagine del suo giornale. C’è, nell’immaginario collettivo, una sorta di amore/odio nei suoi confronti. Se ne parla male, ma chi può farlo sono solo i residenti (quelli veri, però), se qualcun altro prova a parlarne male troverebbe l’intera comunità compatta a difenderlo. Perché si è creato questo ossimoro sentimentale? Per il semplice motivo che per una buona fetta dei residenti, ad esempio Molella e Mezzomonte, è stato un freno alle legittime aspirazioni di crescita, mentre per altri è stata fonte di lavoro e di ricchezza. Nel mezzo c’è stata la non esaltante gestione dell’Ente Parco che ha inevitabilmente portato alcuni partiti politici a minacciarne la chiusura. Colpa degli alberi e dei cinghiali? Credo più della classe politica di questi ultimi anni. Ora faccio io una domanda che avrei voluto mi fosse fatta: ‘Cosa avrebbe potuto rappresentare e potrà rappresentare in futuro il Parco Nazionale del Circeo per Sabaudia?’ Questa è una domanda che mi piace di più! Il Parco può e deve, insieme al lago, diventare il centro motore dell’economia della città, ora completamente scollegata. Risolto il problema della variante speciale di Molella e Mezzomonte, non solo daremo un futuro ai residenti, ma non daremo loro più alibi sul mancato rispetto delle leggi e delle norme vigenti. Un parco e una mentalità compatibile con la sua centralità porterà ad investimenti per il risanamento del lago, ad una rete di piste ciclabili, ad una integrazione verde con i borghi e le frazioni, ad un piano di utilizzo degli arenili diverso e così via. Insomma, un nuovo paradigma economico per la città”.

Quanto “pesa” l’urbanistica nella città del Parco e quanto impegna l’amministrazione comunale?

“Purtroppo l’urbanistica, intesa come realizzazione di nuove costruzioni è una piaga dell’economia italiana. Quando si parla di rilancio dell’economia, ancora oggi si parla di edilizia e quindi anche la nostra città ne paga le conseguenze. Quello che personalmente vedo è che molte di queste nuove costruzioni sono però libere e che i proprietari non hanno poi così tanta fretta di vendere. Se invece pensiamo all’urbanistica come uso razionale del territorio, a me sembra che fino ad oggi alle amministrazioni di destra che si sono succedute in questo ultimo ventennio poco ha importato e poco si sono impegnate, tanto da rendere irriconoscibile quello che fino agli anni 90 era un ordinato giardino. Non aiutano nemmeno le dichiarazioni di alcuni candidati sindaci che nel loro programma vogliono modificare alcune destinazioni d’uso o aumentare le cubature realizzabili in alcune zone”.

Nella storia di Sabaudia qual è il sindaco che più ha apprezzato e perché?

“Vivo la politica da quando ho vent’anni, ma il mio impegno in consiglio comunale è iniziato nel 2007 con Sandro Maracchioni. È naturale che a questa domanda non possa che indicare il suo nome, perché di lui ho conosciuto non solo il politico, ma anche l’uomo e le sue sofferenze”.

Chi sono i candidati consiglieri del Partito democratico?

“Il Partito Democratico ha deciso di imprimere, nella stesura della lista, una svolta al suo interno che porti ad un completo rinnovamento della sua classe politica. Abbiamo ben 6 ragazzi ventenni e questa sarà la mia ultima esperienza attiva. Abbiamo creato il gruppo ‘Giovani Democratici’ e dal giorno dopo delle elezioni faremo in modo che questi stessi giovani abbiano una centralità nella costruzione di un partito democratico che non può rimanere ancorato a mentalità ormai superate”.

Se dovesse essere eletto sindaco con quale criterio formerà la giunta?

“Abbiamo già previsto una giunta di massima sul presupposto della discontinuità e del rinnovamento: professionisti che si sono già messi in luce per le loro capacità a livello nazionale ed internazionale e, come dice il nostro slogan, onesti, competenti e trasparenti. L’unica cosa che mi sento di sottolineare è che l’assessorato ai lavori pubblici vedrà sotto la sua direzione un ufficio per il controllo dei contratti e dei concorsi. L’assessore competente sarà una persona di specchiata reputazione ed onestà”.

Il prossimo sindaco sarà eletto al primo turno o al secondo? In questo secondo caso, qualora dovesse essere tagliato fuori dalla competizione pensa di potersi apparentare con il meno peggio? Chi vincerà le elezioni a Sabaudia?

“Con ben sei sindaci che concorrono in questa tornata amministrativa, è impensabile che si venga eletti al primo turno. Considerato che siamo l’unico partito che si è preoccupato di redigere un programma politico/amministrativo e non di promettere fiori alle finestre o grattacieli sulla spiaggia, riteniamo senza falsa modestia di poter vincere le elezioni. Eventuali apparentamenti seguiranno la logica di ‘discontinuità e rinnovamento’”.