Una rete mafiosa radicata tra Aprilia e Latina. Un clan che, tra estorsioni, usura e affari sporchi, si infiltrava nell’economia locale, nascondendo i propri profitti dietro aziende fittiziamente intestate ad altri. È quanto emerge dall’inchiesta che ha portato, all’alba di oggi, all’arresto di otto persone – sei in carcere, due ai domiciliari – ritenute legate a un’organizzazione criminale di stampo mafioso.
Questa è il continuo delle indagini dell’operazione “Assedio”, operazione che ha portato tra gli altri all’arresto del sindaco di Aprilia Lanfranco Principi e al commissariamento del comune, coordinata dalla DDA di Roma, è stata condotta dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia e dal Centro Operativo della DIA, con il supporto dei comandi locali e la Squadra Mobile della Questura di Latina. Gli arresti sono scattati non solo tra Aprilia e Latina, ma anche a Torino, Siracusa, Salerno e Lecce, segno della ramificazione del gruppo.
Esplosioni, racket e imprese usate come copertura
L’inchiesta ha ricostruito un quadro inquietante: il clan operava stabilmente tra Aprilia e Latina, arrivando persino a utilizzare ordigni esplosivi per colpire una società di trasporti che, evidentemente, aveva osato sfidare i loro interessi. Non solo: il sodalizio gestiva due aziende, ovvero il noto ristorante di Foce Verde, a Latina, Giovannino e un’azienda specializzata in profilati plastici, formalmente intestate a prestanome ma di fatto controllate dal gruppo mafioso.
Il loro scopo? Riciclare denaro sporco e finanziare le difese legali di chi era già finito nei guai con la giustizia. Entrambe le società sono state oggi sequestrate in attesa della confisca definitiva.
L’ombra della ‘ndrangheta
A capo dell’organizzazione il latitante Patrizio Forniti (scoperto anche il suo bunker), vicino a una potente cosca della ‘ndrangheta del mandamento reggino. Intorno a lui, un gruppo di fedelissimi, alcuni dei quali erano già in carcere e che ora si vedono recapitare nuove accuse.
Le indagini sono ancora in corso, con perquisizioni nelle abitazioni degli indagati per cercare ulteriori prove. Il quadro tracciato dagli inquirenti è chiaro: Aprilia e Latina sono state per anni terreno fertile per un sistema criminale ben organizzato, che oggi ha subito un duro colpo.