“Contrasto al caporalato in provincia di Latina: bene i controlli su strada, ma è necessario estenderli alla regolarità del lavoro per proteggere le aziende agricole sane”. E’ quanto afferma in una nota stampa il segretario Uila (Unione Italiana dei Lavoratori Agroalimentari) di Latina e Frosinone, Tonino Passaretti, a proposito dei controlli effettuati ieri dal personale della Questura di Latina nel perseguire obiettivi di legalità e di rispetto delle regole salvaguardando il settore agricolo tra i più importanti dell’economia pontina.
Un settore che conta – precisa la Uila – migliaia di aziende e una forza lavoro di oltre 25.000 operai agricoli, basato su un sistema di regole, legislative e contrattuali, che garantiscono alle aziende flessibilità lavorativa e ai lavoratori una adeguata protezione sociale: “Un sistema che ‘tiene’ se le regole vengono rispettate e se vengono ‘tagliate le unghie’ a tutte quelle iniziative che sempre più spesso vengono proposte alle aziende, da vari soggetti, per risparmiare sul costo del lavoro”.
La Uila-Latina considera l’iniziativa dei controlli della Polizia di Stato molto positiva e ritiene che essa vada inserita in una strategia più ampia e coordinata a livello territoriale per contrastare il caporalato. In particolare, secondo il sindacato, i controlli andrebbero estesi ad altri punti di raccolta e di avvio altrettanto importanti e “pericolosi”, come Terracina, Fondi e Aprilia. “Inoltre – si legge nella nota stampa – l’azione di controllo sui mezzi di trasporto dovrebbe inserirsi in una strategia più ampia di verifica sulla regolarità dei rapporti di lavoro esistenti tra i lavoratori trasportati, i trasportatori e le aziende di destinazione. Strategia che potrebbe essere sperimentata, proprio a partire dagli 89 lavoratori identificati dalla polizia di Latina in questi giorni, effettuando le opportune verifiche presso l’Inps o i Centri per l’Impiego”.
La Uila Latina auspica che il Perfetto o, meglio ancora, la costituenda sezione territoriale della Rete del Lavoro agricolo di qualità, “si faccia parte in causa per la convocazione delle parti sociali datoriali e sindacali, unitamente all’Inps, all’Ispettorato del Lavoro e a tutti i livelli istituzionali interessati, per definire una strategia comune per combattere con continuità il lavoro nero e lo sfruttamento in agricoltura a tutela dei lavoratori del settore e delle stesse aziende oneste e corrette che subiscono le conseguenze negative di pochi ma pervicaci imprenditori”.
“La Sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità, per effetto della legge 199/16, avrebbe già dovuto essere costituita ma, nonostante i ripetuti solleciti nei confronti in particolare dell’Inps, ancora non è stato possibile costituire e rendere operativa anche nella nostra provincia”, conclude Passaretti.