Caso Abc, Ranaldi di Per Latina 2032: “Dicano che vogliono privatizzarla”

Cresce lo scontro politico sulla gestione dei rifiuti a Latina, con la maggioranza comunale divisa sul futuro dell’Azienda per i Beni Comuni (ABC). Il consigliere d’opposizione Nazzareno Ranaldi (Per Latina 2032) ha denunciato la mancanza di una guida chiara da parte della sindaca Matilde Celentano, evidenziando come la crisi interna alla maggioranza stia paralizzando le decisioni sull’azienda speciale. “Dalle accuse che si lanciano i partiti di maggioranza attraverso comunicati stampa si evince uno stato confusionale: l’unica cosa che appare chiara è il percorso che sta portando alla privatizzazione dell’azienda speciale ABC”, ha dichiarato Ranaldi, chiedendo trasparenza sui documenti fondamentali, come il Piano Industriale e il Piano Economico Finanziario (PEF), per permettere ai cittadini e ai lavoratori di valutare le scelte dell’amministrazione.

La polemica è esplosa nell’ultimo Consiglio comunale, quando Lega e Forza Italia non si sono presentati, facendo mancare il numero legale e bloccando la seduta. Ranaldi ha ricostruito la situazione, sottolineando le tensioni tra i partiti della maggioranza e le difficoltà gestionali dell’amministrazione. “Dopo due anni di amministrazione Celentano è stata fermata la raccolta differenziata, è stata stilata una Due Diligence che non ha prodotto risultati significativi, è stato nominato un nuovo CdA e il presidente Lorenzo Palmerini si è dimesso dopo un esposto all’ANAC per presunte incompatibilità”, ha ricordato il consigliere, evidenziando anche le critiche mosse dalla Lega sulla possibilità di affidare ad ABC ulteriori servizi come la gestione del verde pubblico.

Al centro della disputa c’è il futuro assetto giuridico di ABC e l’interpretazione della normativa vigente. Mentre parte della maggioranza sostiene che la trasformazione in società di capitali sia un obbligo di legge, Ranaldi contesta questa lettura, citando il Decreto Legislativo 201/2022 e il Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), che lascerebbero spazio a scelte politiche alternative. “Se fosse vero che l’attuale assetto di ABC è fuori norma, allora l’azienda avrebbe operato illegalmente dal 2022”, ha sottolineato il consigliere, aggiungendo che una trasformazione in SpA pubblica obbligherebbe il Comune a trovare soci privati entro due anni. Ranaldi ha infine ribadito la necessità di un confronto aperto e pubblico sulla questione, per evitare che decisioni cruciali per il decoro urbano e il servizio rifiuti vengano prese senza il coinvolgimento dei cittadini e dei lavoratori dell’azienda.