Caso Lucky, il 69enne arrestato capace di intendere: le motivazioni della sentenza

Luigi S., l’uomo arrestato per l’uccisione del cane Lucky e per violenze sessuali e maltrattamenti in famiglia, era capace di intendere e volere. Questo ha convinto il giudice del tribunale di Latina, Giuseppe Cario, alla condanna a 8 anni di reclusione, più tutta una serie di elementi che provano i fatti contestati.

Sono uscite nei giorni scorsi le motivazioni della sentenza di primo grado emessa il 13 maggio 2019 su una vicenda che aveva profondamente scosso l’opinione pubblica. Il cagnolino era stato trovato in fin di vita in un cassonetto ed era morto qualche giorno dopo per le ferite che qualcuno gli aveva inflitto. Dopo la denuncia dell’associazione “Amici del cane” di Latina le indagini erano state affidate ai carabinieri forestali del Nipaaf. Gli investigatori avevano individuato il responsabile e sollevato il velo che copriva le violenze sessuali sulla moglie e sui figli e i maltrattamenti sulla famiglia e sugli animali di casa. Non solo Lucky, ma anche un altro cane era stato ucciso dall’uomo con un colpo di pistola che era indirizzato alla moglie. A subire abusi anche una gallina.

“Non ricorre – scrive il gup nelle 8 pagine di motivazioni – alcun profilo di incapacità di intendere che non risulta esclusa né grandemente scemata come accertato dal perito proprio su richiesta della difesa”. Il profilo cognitivo dell’imputato è “integro”, comprese le capacità decisionali e di autocontrollo del pensiero.

“La sua chiusura relazionale ed il suo ritiro non hanno intaccato il pensiero con distorsione dell’esame della realtà ovvero riduzione della capacità di autocontrollo”. Il 69enne è “dunque – continua il giudice – pienamente consapevole del suo agire”.

Giuseppe Cario si sofferma anche sulla gravità dei reati: “Particolarmente gravi le condotte di maltrattamenti e violenza sessuale connotate sempre ed aggravate da presenza anche di minori, affatto episodiche ed anzi reiterate nel tempo”.

Nella sentenza il giudice ha previsto anche un risarcimento alla parte civile, l’associazione “Amici del cane”, da quantificarsi in altra sede.

L’avvocato Giovanni Codastefano ha preannunciato il ricorso in Appello.