Caso piscina comunale, le società sportive chiedono regole eque

Le associazioni sportive Antares Nuoto, Latina Aquateam, Hyperion e Latina Nuoto si uniscono per chiedere maggiore trasparenza e regole eque nella gestione della piscina comunale di Latina, oggetto di un nuovo regolamento e di un Piano Economico Finanziario (PEF) che, a loro avviso, rischiano di penalizzare le società sportive e i cittadini a vantaggio esclusivo del concessionario. In un comunicato congiunto, le ASD denunciano condizioni economiche insostenibili, spazi d’acqua distribuiti in modo iniquo e tariffe sproporzionate rispetto a quelle di altre strutture comunali e federali in Italia.

I presidenti delle diverse associazioni sportive, in particolare nelle persone di Giorgio De Angelis, presidente della Latina Aquateam, Lorenzo e Bruno Davoli, presidenti rispettivamente della Latina Nuoto e della Antares Nuoto e Paola Cecconi, presidente della Hyperion, si sono fatti portavoce della situazione che da tempo non consente alle loro associazioni di utilizzare adeguatamente lo spazio della piscina comunale. “Si vuole tornare finalmente a regime in piscina comunale con le giuste regole – afferma il Presidente dell’Antares Nuoto e Pallanuoto Bruno Davoli – dato che da ben cinque anni aspettiamo e chiediamo di tornare ad allenarci a pieno regime e con dignità’ negli impianti Comunali”.

Le associazioni sportive chiedono che il Consiglio Comunale intervenga per modificare il regolamento e il PEF, introducendo tariffe calmierate, regole meritocratiche nell’assegnazione degli spazi e trasparenza nell’utilizzo della struttura da parte del concessionario. Le ASD sottolineano che la situazione attuale rischia di ghettizzare le realtà sportive locali, costringendole a spostarsi in altre città o a cessare le attività, con grave danno per lo sport e la comunità di Latina.

Pur apprezzando l’impegno per la riapertura della piscina, le associazioni si dicono pronte a tutelarsi legalmente, anche attraverso il Codacons, qualora le loro richieste non vengano accolte: “Non chiediamo privilegi, ma il diritto di praticare sport in condizioni dignitose, eque e sostenibili per tutti”, concludono i rappresentanti delle ASD.