Caso Sapurò passa all’Antimafia: nuova misura cautelare per Antonio Di Silvio

Il caso giudiziario che coinvolge Antonio Di Silvio, noto come “Sapurò”, ha assunto una nuova dimensione con il trasferimento del fascicolo dalla procura di Latina alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. L’episodio al centro dell’inchiesta risale al 16 novembre, quando la polizia intervenne in un locale in chiusura per sedare una lite tra l’uomo e la compagna. Secondo le ricostruzioni, Di Silvio avrebbe reagito con violenza, lanciando oggetti, minacciando il personale e poi aggredendo gli agenti, arrivando a colpirne uno al volto e rivolgendosi a loro con frasi ritenute intimidatorie, anche con riferimenti alle famiglie dei poliziotti.

Alla luce di queste condotte, i magistrati pontini avevano già contestato l’aggravante del metodo mafioso, provocando il passaggio del procedimento alla Dda romana. Il gip capitolino, ricevuti gli atti, ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare confermando la necessità della detenzione, così da evitare eventuali vuoti procedurali e mantenere efficaci le misure già adottate nei giorni successivi ai fatti. La precedente decisione del tribunale del Riesame, che aveva confermato la misura del gip di Latina, risulta ora superata dalla nuova valutazione del giudice competente per l’antimafia.

Diversa la posizione della compagna, Stefania B., fermata la stessa notte. Nei suoi confronti i magistrati romani hanno escluso la contestazione mafiosa, ritenendo adeguata una misura meno afflittiva: è stata scarcerata e sottoposta soltanto all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. La scelta rende inutile il ricorso pendente della difesa, che chiedeva l’annullamento della detenzione.

Con il caso passato nelle mani dell’antimafia, gli investigatori romani dovranno ora approfondire il contesto in cui sono maturate le minacce e valutare se le espressioni usate quella notte siano riconducibili a modalità tipiche della criminalità organizzata locale.