Caso ufficio Giudice di pace, Scugugia in aula: “Orari ‘flessibili’ e cucinavano il coniglio”

Non sembrava un ufficio giudiziario, ma l’esercizio di una libera professione dei dipendenti che erano là dentro”. Questo ha detto il giudice di pace Franca Scugugia, già vice procuratore della Procura di Latina, che per prima aveva evidenziato i problemi all’interno dell’ufficio del Giudice di pace e aveva presentato l’esposto. In seguito a questa denuncia erano state avviate le indagini ed era stato arrestato Dario Pace.

“Ho fatto presente la cosa – ha continuato oggi in aula Scugugia – e mi dicevano che dovevo farmi gli affari miei e la situazione degenerava. Quando arrivavo alle 14 già alcuni dipendenti non c’erano più e magari dovevano uscire alle 16 e anche la mattina arrivavano tardi, quando volevano. Oppure risultava che fossero in ufficio il sabato ma quel giorno non c’erano mai”. Ha poi continuato spiegando anche come l’ufficio fosse utilizzato a piacimento, anche per cucinare il coniglio.

Il magistrato ha risposto per oltre mezz’ora alle domande del pubblico ministero Giuseppe Miliano, nell’ambito del processo (che riunisce due procedimenti) mettendo in luce le criticità dell’ufficio e contestualizzando le accuse rivolte a questo o quel dipendente.

Sul banco degli imputati siedono, oltre a Dario Pace, Angelo Loffarelli, Maria Pucciarelli, Valerio Prosperi e Valeria Romano e Rita Percuoco. Cristina Dentico invece, che aveva scelto l’abbreviato, è stata condannata. Rispondono a vario titolo di peculato e truffa ai danni dello Stato per assenteismo.

Il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, nelle richieste di misure cautelari, aveva definito l’ufficio del Giudice di pace di Latina come un ufficio giudiziario gestito illecitamente, senza controlli “da parte dei soggetti preposti”, con una “reciproca e consolidata omertà volta a impedire l’emergere del sistema”.