Centrale bio-metano a Latina Scalo, Impresa e Recall: “Una risorsa per il territorio, utile all’ambiente e innocua alla salute”

Bio-metano a Latina Scalo, i timori sono frutto di disinformazione. Lo affermano Saverio Motolese, direttore generale di Impresa, associazione dell’industria e delle piccole e medie imprese, e Paolo Rinaldi, amministratore delegato della Recall, la società che proprio a Latina Scalo, in via delle Industrie, vuole realizzare un impianto per la digestione anaerobica dei rifiuti forus per la produzione di bio-metano. Un impianto sgradito alla popolazione residente, per via della vicinanza alle abitazioni, e oggetto l’altro ieri di un documento approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Sermoneta contrario alla location prescelta dalla società Recall per il trattamento rifiuti.

“Com’è possibile che un Impianto analogo a quello per il trattamento della Forus e produzione di biometano progettato dalla Recall Latina sia situato nel centro residenziale di Zurigo e di Berlino e non possa essere invece realizzato su un terreno industriale a Latina Scalo? Tra l’altro un piccolo impianto: in provincia di Bergamo ve ne è uno 20 volte più grande e sono a decine nel nord-Italia e centinaia in Europa” dichiara Motolese.

“Si citano effetti sulla salute – si legge in un comunicato di Impresa – che non esistono, come espresso con chiarezza anche dall’Istituto Superiore della Sanità. Ci si preoccupa dell’irrisorio traffico di camion, tra l’altro appunto in una zona industriale, analogo al traffico prodotto da un medio esercizio commerciale non considerando che ciascun camion trasporta l’umido della raccolta differenziata, destinato ad essere trasformato in biometano e ciò contribuisce proprio per questo alla riduzione delle emissioni di CO2 e polveri sottili. La poca o non corretta informazione può spaventare o generare equivoci tra i cittadini dei territori interessati e creare un pregiudizio sfavorevole nei confronti dei nuovi impianti attraverso la diffusione di notizie false ed allarmanti che finiscono per produrre un’automatica opposizione nei confronti della realizzazione di un nuovo impianto positivo per l’ambiente e l’economia circolare…. Impresa è un interlocutore economico importante per il mondo istituzionale e si impegna quotidianamente affinché ci sia una corretta informazione e dialogo fra tutte le componenti della filiera produttiva che coinvolge anche la pubblica amministrazione. Atteggiamenti poco costruttivi e polemiche strumentali creano una distanza incolmabile tra imprese, mondo politico e della pubblica amministrazione spegnendo le aspirazioni di riscatto di un territorio a vocazione industriale, allontanando di fatto gli investimenti”.

Alle parole di Motolese fanno eco quelle di Rinaldi che sul progetto Recall rilancia: “La trasformazione dell’umido della raccolta differenziata (Forus) in bio-metano ed in fertilizzante è la migliore soluzione per l’ambiente, la salute e le future generazioni, in quanto si produce energia rinnovabile e si recupera materia. Il bio-metano contribuisce quindi alla riduzione di CO2 in atmosfera, si innesca in questo modo l’economia circolare: dal rifiuto si produce energia rinnovabile e digestato che, processato, torna alla terra come concime, sostituendo l’importazione di fertilizzanti non rinnovabili”.

Una lezione ambientale, non inedita, quella di Rinaldi più volte intervenuto sulla stampa a difesa del progetto Recall, e condivisa dall’amministrazione di Latina Bene Comune che a differenza di quella della vicina Sermoneta non ha posto alcun ostacolo al progetto dello Scalo, mettendosi a disposizione dei cittadini attraverso due incontri pubblici, seminari informativi, sull’utilità del bio-metano ai fini dell’economia circolare nell’ottica di progetti ritenuti ecocompatibili.

“Per il progetto di Recall Latina in particolare vanno specificate queste caratteristiche – spiega Rinaldi attraverso una nota stampa -: lavoro su 35mila tonnellate all’anno di Forsu, che testimonia le piccole dimensioni dell’impianto rispetto a quelli grandi presenti nel Nord Italia, venti volte più grandi; il bio-metano non viene stoccato né bruciato ma direttamente immesso in rete Snam. Non si emettono polveri sottili; produzione annua di 2,8 Ml di mc di bio-metano destinati ad alimentare in modo pulito circa 3.500 auto che percorrono 20.000 km/anno ciascuna; tutto il processo avviene al chiuso sotto bio-filtro in depressione: non c’è emissione di odori; l’impianto sarà realizzato e gestito secondo le Best Available Techniques (BAT), le migliori tecniche per la gestione dei rifiuti, per gli aspetti sanitari, il Servizio Sanitario della Regione Lazio, su indicazione dell’Istituto Superiore della Sanità, sugli impianti di produzione di biometano da Forus, scrive che “non sono stati evidenziati effetti sulla salute delle popolazione residente”.

““Dopo 5 anni di iter autorizzativi e innumerevoli pareri positivi dobbiamo registrare che la disinformazione ha portato allarmi ingiustificati, evidenziando purtroppo una situazione non nuova nel Centrosud italiano: infatti impianti analoghi in esercizio sono centinaia in Europa (come nel centro residenziale di Zurigo, Berlino, Londra), decine nel Nord Italia, 3 o 4 nel Centrosud, nessuno nel Lazio. E per tutto questo evidenziato e illustrato ci aspettiamo che l’impianto sia considerato una risorsa per il territorio” conclude Rinaldi.