Cinema: la recensione del film Il collezionista di carte

È stato presentato a Venezia l’ultimo film di Paul Schrader, Il collezionista di carte ed è attualmente in distribuzione nelle sale cinematografiche. Il regista è conosciuto al grande pubblico per aver diretto film di successo come Il bacio della pantera, American Gigolò e Affliction ed è una figura chiave nelle doppie vesti di regista e sceneggiatore della cosiddetta New Hollywood. Il suo sodalizio artistico con il regista Martin Scorsese inizia durante gli anni settanta quando scrive la sceneggiatura del cult movie Taxi Driver (1976), interpretato da Robert De Niro e da una giovanissima Jodie Foster.

La storia del collezionista di carte di Paul Schrader

Proprio con questa nuova pellicola, Il collezionista di carte, Schrader ritrova alcuni dei suoi temi chiave come la solitudine, il senso di colpa e la redenzione. Affidandosi alle doti attoriali di Oscar Isaac, che già in passato aveva recitato in film di questo genere, uno tra tutti, 1981: Indagine a New York, il regista racconta la doppia vita di un giocatore di poker che decide di aiutare un ragazzo, diventando suo mentore e aiutandolo a pagare i suoi debiti. Per farlo accetta la proposta lavorativa di Linda, una recruiter di giocatori d’azzardo, il cui compito consiste nel mettere in contatto giocatori di poker e finanziatori per partecipare a tornei e gare di prestigio come le famose WSOP che si svolgono periodicamente a Las Vegas. Il film sembra una sorta di road movie e sotto questo punto di vista pare ricalcare almeno nella sua primissima parte altre pellicole dedicate al mondo del gioco come Lucky You (2007) e Mississippi Grind (2015).

Un film insolito e dal finale non semplice

Eppure nonostante le qualità registiche di Paul Schrader fin dalle prime scene c’è qualcosa che non quadra in questa premessa un po’ troppo banale per un autore che conosce bene la storia della letteratura russa, così come i meccanismi drammaturgici in base a cui bisogna scrivere uno script. Il tono infatti nella seconda parte della pellicola muta radicalmente ed entra in una dimensione molto più drammatica, che non riguarda lo stile di vita dissoluto e ripetitivo di un giocatore di poker itinerante. Ci sono inserti in cui dato che il film è stato scritto e girato tra il 2018 e il 2020 si fa riferimento esplicito ai tornei di poker online, visto anche il successo che questa modalità di gioco sta ottenendo durante gli ultimi tempi. Tuttavia tra una citazione cinefila e l’altra (Cincinnati Kid con Steve McQueen e The Hustler con Paul Newman) la storia prende una piega molto più drammatica e universale, discostandosi dal tema del gioco e dei casinò.

Il cast è uno dei punti di forza della pellicola

Qui la pellicola prende quota grazie al lavoro attoriale di tutto il cast, che vede oltre al già citato Oscar Isaac, il sempre bravo Willem Dafoe, Tiffany Haddish e il giovane Tye Sheridan, che il grande pubblico ricorderà per il ruolo da protagonista in Ready Player One di Steven Spielberg. Archiviata la parte di presentazione dove vengono spiegati tutti i trucchi del mestiere per ridurre le possibilità di perdita al tavolo del poker, il calcolo dei poker odds, probabilità statistiche legate ai numeri di carte e di combinazioni possibili, il film assume una dimensione sempre più cupa e drammatica. Si tratta di un film di impianto piuttosto classico, che conferisce spessore e profondità alla storia. Una storia di attualità che evidenzia tutte le contraddizioni e i limiti del sistema politico degli Stati Uniti d’America. Viene trattata un’altra volta la condizione del reduce da un conflitto bellico, stavolta però mostrando tutto quello che rende disumano il quotidiano di un carceriere di Abu Ghraib. Queste sequenze appaiono in netto contrasto con le scene svolte nei casinò con luci soffuse e ovattata e ambienti controllati e rilassanti.

Considerazioni finali sul film

Il collezionista di carte è un film lucido e difficile, ma che intriga e spiazza per i contenuti e lo stile con cui tratta una storia che non è affatto semplice e banale. Un film da vedere per chi ha amato la New Hollywood di cui Schrader e Scorsese sono stati due assoluti protagonisti.