Circeo, un contributo regionale per l’hotel Maga Circe. L’azienda Vigedal prima nella graduatoria del bando per il turismo

La società Vigedal srl, che gestisce lo storico hotel Maga Circe di San Felice Circeo, è risultata prima nella graduatoria del bando per beni culturali e turismo della Regione Lazio,  pubblicata l’11 dicembre sul Burl.

La notizia è stata accolta con sorpresa all’hotel Maga Circe, ma anche con tanta soddisfazione. “Abbiamo offerto la nostra storia personale e il nostro amore per San Felice e siamo felici che il nostro progetto abbia avuto una valutazione così positiva da parte della Regione” ha commentato Lucia Superti, che si trasferì con la famiglia da Cremona al Circeo nel 1935, quando aveva solo due anni.

Pensato per far conoscere oltre i confini italiani la storia della emigrazione dei coloni del nord Italia verso il territorio pontino e redatto dalla figlia di Lucia, Antonella Di Genua, insieme allo Studio Prometeo di Roma, il progetto “Marketing Alberghiero Generazionale Avanzato del Circeo”  propone di diffondere la conoscenza dei piatti tradizionali degli emigranti lombardi e il loro connubio con i prodotti della terra pontina, attraverso una scuola di cucina destinata al mercato estero, e di convertire la vecchia villa “Porto d’Ulisse”, futura sede della scuola, in senso “total green”, attraverso l’acquisto di nuovi impianti che garantiscano un maggiore rispetto dell’ambiente. Il bando assegna all’azienda di San Felice Circeo un contributo di 31.497 euro.

“In questi anni di rapida evoluzione in campo tecnologico e culinario diventa sempre più pressante la necessità di trovare il modo di sposare tradizione ed innovazione” – spiega Antonella -. E’ giusto cercare nuovi sapori e nuovi abbinamenti a tavola, ma è compito delle aziende più antiche, a nostro parere, mantenere vive le tradizioni locali e farle conoscere oltre i nostri confini. E’ questo il posto che stiamo cercando di ritagliarci sul territorio e l’esito del bando regionale, a distanza di 8 anni del premio ‘Ambiente e Turismo’ del Ministero dell’ambiente, ci convince di aver scelto la strada giusta”.

Fondata nel 1996 per raccogliere l’eredità della preesistente gestione dell’ Hotel Maga Circe di San Felice Circeo (hotel storico che ha iniziato la propria attività il 29 luglio 1935), la Vigedal s.r.l. ha puntato sin dall’inizio al mantenimento della tradizione culinaria della famiglia del fondatore dell’attività, Gino Superti, e alla conversione della gestione verso un più consapevole rispetto dell’ambiente circostante e del contesto del Parco Nazionale del Circeo. Questo impegno è valso alla società il premio “Impresa, Energia, Turismo,  Ambiente”.

Fortemente radicata nella propria storia famigliare, la Vigedal si è impegnata per mantenere la tradizionale ospitalità votata alla professionalità informale, che rispecchia la natura stessa dell’accoglienza italiana.

STORIA

La società gestisce dal 1996 lo storico Hotel Maga Circe, che ha iniziato la propria attività il 29 luglio del 1935. Secondo hotel della piccola cittadina laziale (il primo,  Hotel Guattari, poi divenuto Neanderthal, è chiuso da oltre un decennio), il Maga Circe ha seguito fedelmente lo sviluppo e le modifiche del turismo dell’area.

Dapprima buen retiro di cacciatori, dopo l’occupazione nazista che fece delle sue stanze per oltre un anno ricovero per le truppe di occupazione in ritirata da sud, si è riconvertito in elegante ristorante con piatti di stampo internazionale sulla base della richiesta della mutata clientela degli anni 50. Erano quelli gli anni in cui il Circeo era frequentato da attori di fama internazionale, abituati a viaggiare oltre i confini italiani, che richiedevano una cucina raffinata e lontana dalla tradizione lombarda di cui i proprietari erano portatori.

Il boom degli anni 60 e 70, e ancora più marcatamente il decennio successivo, segnò l’abbandono della cucina tradizionale, a tutto vantaggio di piatti esotici e slegati dai sapori tradizionali. E’ proprio sul finire degli anni 90, esauritasi la spinta edonistica del decennio precedente, che si recuperano i legami con la terra di origine e con i sapori tradizionali. Scelta mantenuta anche ora, nonostante le fortissime spinte all’adesione ai dettami della cucina “televisiva”.