Cisterna, raffica di furti nelle aziende, Impresa scrive al Prefetto

L’associazione dell’Industria e delle piccole e medie imprese scrive al Prefetto di Latina, Maria Rosa Trio, sulla situazione che sta vivendo Cisterna relativa ai numerosi furti sul territorio. Impresa chiede un incontro per mettere un freno ai colpi che subiscono troppo spesso le aziende del Consorzio obbligatorio Cisterna.

L’associazione vuole portare all’attenzione delle istituzioni il senso di frustrazione, insicurezza, impotenza e malessere che si sta diffondendo tra gli imprenditori di quella ricca area industriale.

“Sin dalla sua costituzione – commenta il presidente Giampaolo Olivetti – Impresa quale associazione nazionale e aderente a ConfCommercio, si è fatta portatrice delle esigenze dei propri associati presso le istituzioni locali, affinché la risoluzione delle problematiche sia propedeutica ad una crescita economica del territorio. Da qualche tempo numerose aziende che ricadono nella zona del Consorzio Obbligatorio Cisterna stanno subendo furti da una banda ben organizzata di malfattori, composta da sei o sette elementi e rinominata Banda del buco, per la modalità con cui si introduce con destrezza nelle imprese, che rischiano di esser messe in ginocchio dovendo contrastare oltre alla stagnazione del mercato economico anche tali azioni criminose”.

Questi esperti delinquenti non vengono dissuasi nemmeno dalla presenza di una fitta rete di telecamere e sistemi antifurto, che disattivano con abilità, arrivando perfino a recidere i fili che si trovano nei pozzetti. Qualora scatti un allarme, restano nascosti per il tempo necessario all’imprenditore di arrivare e controllare che sia tutto a posto, per poi introdursi nelle aziende indisturbati.

“Si fanno beffa delle telecamere – racconta Michela Quattrociocchi, presidente del Consorzio costruttori pontini e consigliere del Consorzio obbligatorio Cisterna – agiscono con volto e corpo coperti, così da evitare di mostrare eventuali segni distintivi, riuscendo a dileguarsi prima dell’arrivo dei controlli. Una volta dentro fanno razzia di materiali, attrezzature e perfino mezzi, compromettendo in questo modo anche la produzione e amplificando il danno che non è solo circoscritto al valore del singolo oggetto rubato, ma moltiplica i suoi effetti sulle commesse. E ciò che è peggio è che i furti sono ripetuti, anche per cinque o sei volte, a distanza di pochi giorni. Abbiamo provato a rivolgerci a ditte che si occupano di offrire servizi di guardiania notturna ma i prezzi sono insostenibili”.

“Se consideriamo anche l’aspetto psicologico – sottolinea Olivetti – vediamo che il danno è ancora più esteso. Imprenditori e dipendenti hanno timore di restare da soli fino a tardi in azienda e di uscire quando si fa buio. Più di qualche imprenditore imposta sveglie notturne per recarsi in azienda e controllare che nessuno abbia violato i cancelli. È una condizione logorante, che devasta la quotidianità degli imprenditori che non sanno più come difendersi e che vivono con sconforto l’ennesima denuncia che non può fare altro che portare i carabinieri a redigere l’ennesimo verbale contro ignoti, che restano impuniti”.

Urge l’intervento dello Stato. “Nei distretti industriali – fa leva il direttore generale Saverio Motolese – si ha spesso la sensazione di isolamento e abbandono e quindi diventano facili prede da colpire. Della loro messa in sicurezza non possono e non devono farsene carico gli imprenditori”.