CLAAI Assimprese: puntare su welfare di comunità, sostegni a piccole imprese e partite IVA, i dati della CGIA di Mestre

ECONOMIA & SOCIETA’

rubrica del mercoledì

di Ivan Simeone

Direttore CLAAI Assimprese

direzione@claai-assimprese.it

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La situazione economica e sociale si fa pesante. Chi vive la realtà quotidiana si è reso conto che tutto, piano piano, sta aumentando. Dai prodotti alimentari ai servizi. Famiglie, lavoratori e titolari di partite IVA rischiano di trovarsi in serie difficoltà se non si attua da subito una nuova politica di welfare e sostegni reali. Vi è necessità di lavoro e liquidità, quando invece i segnali sono opposti.

La CGIA di Mestre, sempre attenta alle dinamiche economiche, ha analizzato gli ultimi rincari delle utenze di luce e gas, evidenziando aumenti che rischiano di mettere in crisi le famiglie e le imprese che rischiano di dover far ricadere i maggiori costi sul mercato o sull’abbattimento dei salari del personale.

Il Governo sta varando interventi ma saranno all’altezza dell’emergenza? Si sosterranno le piccole attività di prossimità o solamente le grandi realtà industriali? Il sistema bancario verrà incontro a famiglie e piccole imprese? Sono questi interrogativi che come Associazione di categoria, come “CLAAI Assimprese” del Lazio Sud ci poniamo nella nostra quotidiana azione di supporto alle attività produttive, ai nostri associati.

Secondo i dati CGIA (Vedi http://www.cgiamestre.com) a fronte di un rincaro di luce e gas che per l’anno in corso ammonta complessivamente a 89,7 miliardi, il tasso di copertura supera di poco il 6 per cento.

Nel 2022 famiglie e imprese subiranno un aumento del prezzo delle tariffe energetiche pari a 89,7 miliardi: 30,8 saranno in capo alle famiglie e 58,9 miliardi alle imprese (dati Uff Studi CGIA Mestre). Secondo alcune proiezioni, una famiglia media italiana pagherà nel 2022 complessivamente 1.200 euro in più, cui dovranno aggiungersi tutti gli altri aumenti del “caro vita”.

Secondo l’analisi della CGIA di Mestre, a fronte di un importante impegno economico del Governo Draghi, “la percentuale di abbattimento dei costi addizionali in capo a famiglie e imprese prevista nel 2022 è comunque contenutissima: come dicevamo è al 6 per cento” e se non vi saranno nuovi reali interventi “molte attività imprenditoriali non reggeranno questi aumenti di costo e i soldi pubblici risparmiati dovranno essere spesi per pagare le Cig o l’indennità di disoccupazione ai lavoratori che si troveranno senza lavoro. Secondo un’indagine condotta dall’Ufficio studi della CGIA nelle settimane scorse, sono quasi 1,8 milioni gli addetti che in Italia lavorano nei settori cosiddetti energivori. 

Se questi aumenti di prezzo dovessero perdurare per una buona parte di quest’anno, non è da escludere che 500 mila rischiano, anche temporaneamente, di rimanere a casa.”

Dinanzi a questi scenari si “sente nell’aria” uno scollamento tra i problemi del quotidiano e le “ragioni della politica”. Tranne poche eccezioni nazionali, la politica sembra non riuscire ad interpretare i bisogni della gente che produce e che vive il giornaliero.

Un tempo la classe politica rappresentava ed era espressione diretta delle classi sociali, dei corpi intermedi, di organizzazioni sindacali e imprenditoriali, portando avanti nel dibattito anche legislativo interessi ed esigenze reali dei territori, ora invece è tutto mediato da segreterie partitiche.

Dinanzi a queste situazioni “in divenire”, non certo promettenti, bisogna che i territori, gli Enti Locali in primis, reagiscano mettendo in campo nelle comunità locali quegli interventi di welfare di comunità che possono aiutare le realtà più fragili.  Abbiamo necessità di interventi reali e fruibili. Vi è bisogno di dare un respiro finanziario vero orientato principalmente alle piccole realtà.

Vi è necessità di una politica locale dei fatti concreti e non delle alchimie o dei proclami. Bisogna ridare forza al ruolo della Politica mediata. 

Associazioni e Organizzazioni sindacali devono necessariamente essere parte attiva e propositiva, a tutti i livelli. Quando si parla di welfare, di sussidiarietà circolare, non possono questi essere solamente slogan da seminari ma farsi prassi politica e amministrativa. Bisogna lavorare tutti in maniera concertativa e propositiva. Fughe in avanti, oggi, non sono né possibili e né comprensibili da parte della gente che lavora, che produce e che deve andare avanti giorno dopo giorno. La Politica deve essere interlocutore propositivo delle Organizzazioni sociali ed economiche del territorio.