Class action contro Acqualatina, inammissibile l’intervento di Utilitalia a supporto del gestore idrico

E’ partita con il piede giusto la class action proposta per “accertare le responsabilità del gestore idrico e ottenere un risarcimento il più equo possibile per il ristoro dei danni materiali e psicofisici subiti da tutta la popolazione” a seguito delle “conseguenze nefaste della pessima gestione dell’erogazione dell’acqua”. L’ambito di riferimento è quello dell’Ato4, con particolare incidenza nel Sud Pontino. Il comitato di avvocati, composto da Massimo Clemente, Vincenzo Fontanarosa, Christian Lombardi, Patrizia Menanno, Orazio Picano, Chiara Samperisi e Annamaria Zarrelli, che sta portando avanti la battaglia contro Acqualatina, oggi, ha segnato un punto a suo vantaggio.

Questa mattina il Tribunale di Roma, con propria ordinanza, ha dichiarato l’inammissibilità dell’intervento nella class action spiegato da Utilitalia, Federazione delle Imprese Ambientali, Energetiche ed Idriche, a supporto di Acqualatina spa e ha condannato la stessa al pagamento delle spese legali di questa prima fase.

“La motivazione, molto articolata e giuridicamente inappuntabile – spiegano gli avvocati del comitato -, ha recepito in toto le argomentazioni esposte dal Comitato Avvocati. La stessa ordinanza costituisce un importante precedente nel panorama giurisprudenziale italiano, in ordine allo strumento dell’azione collettiva di classe, fino ad oggi sottoutilizzato e che, invece, ha, evidentemente, delle indubbie potenzialità per la tutela dei diritti dei consumatori/utenti che vanno valorizzate”.

L’udienza di discussione per la pronuncia sull’ammissibilità della class action è stata, quindi, aggiornata al prossimo 20 giugno 2018, alle ore 13.30.

Gli avvocati del Comitato, nell’esprimere la propria soddisfazione per questo positivo passaggio processuale, auspicano la medesima sorte per la ben più importante decisione del 20 giugno e ribadiscono il valore etico dell’azione giudiziaria “nei confronti di quello che, statistiche alla mano, si è rivelato, il peggiore gestore idrico d’Italia”.