Coletta, dal civismo alla sinistra… fino ai fagiolini. Il ritratto “guru” del sindaco di Latina

Osho-Coletta, elaborazione grafica di LercioLatinense

Damiano Coletta tra i sindaci più corteggiati d’Italia. Dopo il boom elettorale del 2016 fa breccia nella sinistra di Giliano Pisapia, invita Leoluca Orlando e Laura Boldrini all’intitolazione dei giardinetti a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, simboli di legalità, porta Luigi De Magistris e tanti altri sindaci di una parte di sinistra a Latina e s’infila in “Italia in Comune” mentre intesse con il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, oggi aspirante segretario nazionale del Partito Democratico, un’intesa straordinaria tanto da essere coinvolto al voto del 4 marzo scorso con l’indicazione di due candidati nella lista Zingaretti. E nonostante il flop, Zingaretti sembra volerlo al suo fianco nel prossimo week end alla convention di Piazza Grande per la presentazione della sua candidatura a segretario del Pd. Ma chi è Coletta? Qual è il suo charme?

Sin dai primi giorni della sua elezione di primo cittadino di Latina si è beccato la nomea di “guru”, che tutt’oggi ispira la satira di LecioLatinense (www.lerciolatinense.org) che racconta le gesta del sindaco del capoluogo pontino nei panni di Osho, maestro spirituale indiano che ebbe un seguito anche negli Stati Uniti, da dove fu poi costretto a tornare in patria per colpa di seguaci “infedeli”.

Coletta a Latina ha abbracciato la filosofia del bene comune, promettendo la rivoluzione della normalità, ha trasformato il “concetto di alleanza politica” in “condivisione di un percorso”; da ex calciatore che gli vale ancora il titolo popolare di “capitano” è solito argomentare il suo verbo con le tattiche di gioco e da buon cardiologo stimola il cuore del movimento Latina Bene Comune che seppur assottigliato mantiene inalterata, tra alti e bassi, la sua maggioranza in Consiglio comunale.

In città c’è chi lo osanna e chi lo odia. Un uomo che spacca, divide, come i leader carismatici. Sa lievitare sulla rinascita civile, pronto a scommettere sulla buona riuscita del suo progetto di città anche quando il percorso si mostra estremamente accidentato. “Osho” appare inarrestabile, con misteriosi interventi calati dal cielo. Quest’estate è arrivato da Roma Silvio Di Francia, ex braccio destro di Walter Veltroni e campione di judo, pronto ad abbracciare la croce della cultura sfilata all’assessora di Lbc Antonella Di Muro. Un’altra stelletta di notorietà negli ambienti bene della sinistra tanto da meritarsi anche una citazione de L’Espresso: Coletta uno dei padri della nuova sinistra italiana.

E mentre sui social si grida al tradimento di Coletta, che è stato votato come civico e che si è invece rivelato di sinistra, spunta tra gli appuntamenti culturali del fine settimana un altro indizio utile a comprendere il personaggio che ha fatto di Lbc quel movimento intriso di collettivismo e di momenti partecipativi degni di una seduta di analisi di gruppo. Il sindaco Coletta interverrà, venerdì 12 ottobre (ore 17.30) presso la sede di Latina della Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza, ad una tavola rotonda organizzata per la presentazione di una nuova edizione, “originale”, edita da L’Asino d’Oro, del libro “Storia di una ricerca. Lezioni 2002” di Massimo Fagioli. E allora? Trattasi di un convegno di psichiatria-psicoterapia… su una delle “eredità” del più controverso “santone consigliere” di politici ed intellettuali, appunto Fagioli, morto il 13 febbraio 2017. Coletta un fagiolino? Fagiolini gli esponenti di Lbc più vicini al sindaco? La voce circola a Latina da diversi mesi. La sua partecipazione alla presentazione di un libro di Fagioli non è la prima. Chissà che sia proprio dal movimento dei fagiolini che Coletta tragga benefici carismatici? Vacci a capire qualcosa quando si mischia la rivoluzione, la sinistra, le malattie mentali e l’interpretazione dei sogni.

Fagioli, osannato e odiato anche lui, neuropsichiatria, fondatore di una scuola di psicoanalisi antifreudiana che gli valse una reprimenda della Società italiana di psicoanalisi, fu per anni il “santone” di Fausto Bertinotti che divenne un fagiolino tutto di un pezzo fino al “divorzio” nel 2009 per una vicenda legata al quotidiano Liberazione. Convinto che solo la terapia di gruppo riuscisse a guarire la psiche, Fagioli organizzava a Trastevere incontri collettivi per pazienti-seguaci. Centinaia di persone in silenzio “religioso”, pena il bando dell’insolente. Un’analisi di gruppo gratuita, con un obolo volontario da versare all’ingresso. Alcuni lo accusarono perfino di aver fondato una setta, plagiando i discepoli. All’uscita de “Il diavolo in corpo” fu accusato addirittura di aver plagiato il regista Marco Bellocchio e di apologia dello stupro per aver firmato la sceneggiatura de “La condanna”.

Tra i discepoli di Fagioli, oltre a Bertinotti e Bellocchio, anche Pietro Ingrao, Giuliano Pisapia, Sandro Curzi. Ora la sua filosofia e i suoi insegnamenti vengono coltivati dall’associazione “Amore e psiche”, dove associazione sta per matematica di insiemi dove ognuno è tutti. Insomma, un po’ come Lbc, dove la cultura è l’uguaglianza amorosa fra gli esseri umani, per usare le parole del “maestro” Max Fagioli.

Venerdì a Latina per la storia di una ricerca del controverso personaggio scende in campo Coletta, con gli psichiatri e psicoterapeuti, Viviana Censi, Mariopaolo Dario e Nella Lo Cascio. A coordinare il tavolo la giornalista Licia Pastore.