Commercio di vicinato, gestire il cambiamento e non esserne travolti

Economia & imprese 

Rubrica settimanale 

di Ivan Simeone

i.simeone@virgilio.it

Ivan Simeone

Confesercenti d’Area, nell’ambito del progetto su “Nuova Cultura d’Impresa 4.0”, con la CCIAA Frosinone – Latina, ha elaborato e presentato nei giorni scorsi nei vari Forum ed incontri interprovinciali, una “fotografia” della situazione economica della provincia di Latina, con una finestra sulla realtà di Frosinone e su quella più generale del Lazio. La Nota è finalizzata ad aprire un dibattito ed un approfondimento sulla situazione delle attività produttive del nostro territorio, in particolari quelle del commercio di vicinato, anche alla luce dei processi di digitalizzazione delle nostre attività e dell’e-commerce. 

I dati regionali del Lazio fanno ben sperare, nel loro complesso. Buono il tasso di crescita delle attività turistiche trainate dalla città metropolitana di Roma e buono il tasso di natalità complessivo per le Aziende del Lazio. Un’aria pesante la vivono le attività proprie del commercio di vicinato con una regressione generale rispetto ad un consolidamento della Grande Distribuzione.

Luci e ombre si susseguono nelle dinamiche degli acquisti e tutto è oggi focalizzato sulle “Famiglie” consumatrici le quali, pur registrando un aumento di reddito, vedono il potere di acquisto reale diminuito a causa dell’inflazione e, conseguentemente, gli acquisti vanno ad orientarsi sui beni essenziali.

I dati ufficiali analizzati ci dicono che è in aumento il credito al consumo per le famiglie, mentre è in difficoltà l’accesso al credito per le piccole attività produttive. 

Le attività commerciali di vicinato sono penalizzate principalmente nei centri storici e nelle aree ztl-Isole pedonali e la sfida dell’on line penalizza principalmente i negozi di abbigliamento di fascia media. Buona l’attività di ristorazione a fronte di un rallentamento della somministrazione. Un discorso particolare dovrebbe farsi sui “Centri Cittadini” i quali dovrebbero essere rilanciati come veri “salotti cittadini” puntando su aree del fashion ed eventi di qualità.

Nella provincia di Latina vi sono spazi di crescita ancora non valorizzati, come il comparto turistico ed il settore della produzione eno-gastronomica. Il Commercio on line è in continuo sviluppo, in particolare negli ambiti dell’abbigliamento di target medio e di piccoli accessori di elettronica, come sono in aumento i negozi tradizionali che si stanno dotando di piattaforme per e-commerce. Altro dato interessante è l’aumento di imprese e attività gestite da cittadini stranieri, ovvero non nati in Italia. 

Ma vediamo uno spaccato di dati, presenti nel documento che si può richiedere a  segreterialatina@confesercentilazio.com

La provincia di Latina vede, al 31.12.2023, registrate in CCIAA 4.997 attività commerciali al dettaglio e 1.241 di commercio ambulante. Le attività legate all’ on line un aumento di +6,95%. In aumento la ristorazione con +3,29%. Nel solo Comune di Latina si registrano il 27,7% elle attività commerciali in generale. Riguardo al commercio al dettaglio, nel periodo 2018-2023 si è registrato un saldo negativo pari al -1,6%. Riguardo al Turismo, si registra in provincia una presenza media di circa 1,2 milioni di visitatori con un aumento di vendite estive del +30% per il commercio al dettaglio prevalentemente nell’area del sud pontino. Le imprese locali si stanno organizzando con una presenza su piattaforme on line (dati 2023) del 35% con una crescita di vendite on line pari al +25%. Sempre in provincia di Latina dal 2013 al 2023 le attività gestite da cittadini stranieri sono aumentate di +1.317, in particolare attività di estetica, lavanderie, piccolo commercio con un +100,7%. Dato interessante è quello che vede una presenza di attività legate alla consulenza aziendale, gestite da titolari stranieri.

Questa è la fotografia di una realtà ancora viva ma in serie difficoltà. Il mondo delle attività commerciali e delle piccole imprese deve necessariamente guardare al nuovo che avanza; il cambiamento si deve governare e non si può arrestare, ma serve anche una nuova politica del commercio e dello sviluppo delle attività produttive nel loro insieme e complessità.