Comune di Latina, quel regolamento dell’Avvocatura che non trova pace

Marina Aramini
Marina Aramini

Non finisce mai di stupire la storia del nuovo regolamento dell’Avvocatura comunale di Latina. All’ordine del giorno della prossima commissione consiliare Affari istituzionali l’esame della proposta di deliberazione di Consiglio comunale numero 55/2019 del 27 maggio 2019, avente ad oggetto la presa d’atto sostituzione Regolamento Avvocatura comunale. La seduta, indetta dalla presidente Marina Aramini, è prevista per domani 5 giugno alle 11.30.

Approvato nel 2011 dal commissario straordinario dell’ente municipale Guido Nardone, con i poteri del Consiglio comunale, il regolamento è stato modificato dalla giunta del sindaco Damiano Coletta con due delibere, la prima dell’11 aprile scorso (110/2019) e la seconda del 16 maggio (148/2019), intervenuta a modifica della precedente dopo una dura presa di posizione del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Latina che aveva ritenuto il nuovo regolamento non conforme alla normativa forense.

Nella nuova delibera, quella del 16 maggio con le modifiche richieste dall’ordine e condivise dall’amministrazione comunale, la giunta su indirizzo di sindaco e vice sindaco e proposta del segretario generale Rosa Iovinella afferma che la competenza dell’organizzazione dell’Avvocatura è dell’esecutivo e non del Consiglio comunale. A chiare note si legge che il regolamento approvato dal commissario, con i poteri del Consiglio comunale, sulla base di una citata giurisprudenza, è “in violazione del corretto riparto delle competenze fra Giunta e Consiglio comunale”. Nonostante ciò la giunta ritiene opportuna “una presa d’atto da parte del Consiglio comunale della sostituzione del regolamento sull’Avvocatura comunale”.

Da qui la convocazione della commissione Affari istituzionali per l’esame della proposta “presa d’atto” da eseguirsi in Consiglio comunale.

Dunque, ricapitolando: per la giunta di Coletta il commissario straordinario sbagliò ad approvare il regolamento con delibera di Consiglio comunale, avrebbe dovuto farlo con una delibera di giunta; ora che l’amministrazione Coletta lo ha fatto con delibera di giunta (sia pure rettificata) chiede che il Consiglio ne prenda atto e avvia l’iter per le approvazioni delle delibere di Consiglio con esame propedeutico della commissione competente.

Stupefacente il passaggio in cui si afferma che il regolamento, per il quale si evidenzia una presa d’atto del Consiglio, “approvato dalla Giunta con delibere 110 e 129 del 2019 (autorizzazione alla sottoscrizione del contratto collettivo), con le quali l’organo competente, approvando il nuovo testo, già esecutivo ai sensi di legge, ha già integralmente abrogato il regolamento di cui alla delibera commissariale n.41/2011”.