Comune di Latina, tre vicesegretari e stock di verbali riapprovati. Zuliani solleva dubbi di legittimità

Nicoletta Zuliani

Non sono passate inosservate alla consigliera del Partito democratico di Latina, Nicoletta Zuliani, le recenti iniziative del sindaco Damiano Coletta di nominare tre vicesegretari generali e della giunta di riapprovare, con la delibera 42/2018, ben 111 verbali di sedute dell’esecutivo del primo trimestre 2017.

“Le scelte che l’amministrazione Coletta fa su indicazione della Segretaria Generale appaiono sempre un po’ inquietanti e destano dubbi di legittimità: l’abbiamo già sperimentato con l’Azienda Speciale Abc”, commenta la consigliera presidente della commissione Trasparenza sul suo blog.

Zuliani si preoccupa che tali argomentazioni possano risultare poco comprensibili e lontane dalle vicende e dai problemi che i cittadini vivono, “invece – sottolinea – sono una sirena assordante di possibile superamento del limite di decenza giuridico-amministrativa”.

I 3 vicesegretari

Che importa ai cittadini se vengono nominati uno o tre vicesegretari generali? E’ l’interrogativo che la consigliera Zuliani pone all’inizio del suo ragionamento rispondendo immediatamente che innanzitutto “tre potrebbero costare più di uno, ovvero 12mila euro annui, stando al Piano Valutazione Dirigenti 2018”.

“La precedente vicesegretaria, che piaccia o no, era vincitrice di concorso pubblico (quindi non discrezionalmente scelta) – spiega l’esponente dem – e le veniva assegnato ad interim senza costo aggiuntivo, la responsabilità di un settore. Attualmente è in comando per sei mesi in altro Comune. I nuovi tre vicesegretari sono scelti dal sindaco e la posizione di temporaneità di due di loro (uno è in proroga su una posizione che da poco è stata messa a concorso e l’altra in comando, quindi non di ruolo a Latina pur avendo tutti i requisiti essendo Segretaria Generale nel Comune di provenienza) non garantisce che non venga gestita come subalternità a svantaggio della terzietà che la funzione di segretario generale dovrebbe comportare. La scelta di un vice segretario generale dirigente entrato per concorso pubblico è in questo senso a maggiore garanzia”.

“La segretaria generale – afferma Zuliani – percepisce una cospicua indennità aggiuntiva da direttore generale (per un totale di oltre 130mila/anno) dimostrando, quindi di sentire l’esigenza di prevedere questa figura non obbligatoria e di essere in grado di esercitarla conciliandola con il suo ruolo di Segretario Generale. Invece, però, alleggerisce la funzione da segretario prevedendo la possibilità che in Consiglio la sua funzione possa essere assolta addirittura da un consigliere e nominando ben tre vice segretari. Temo che qualcosa non torni e… soprattutto ho la certezza che tutto ciò non aiuti al buon nome del ruolo del segretario comunale”.

Per la consigliera inoltre non va sottaciuto il fatto che non sia ben chiaro in caso di necessità chi dei tre vicesegretari debba sostituire la titolare, ovvero Rosa Iovinella. “Con quali criteri vengono chiamati a firmare un atto i diversi vicesegretari? Il sindaco si sceglie al momento quello più accomodante?”, s’interroga la consigliera.

La «regola» del riesame e riapprovazione dei verbali di giunta

Zuliani spiega che la giunta ha previsto nel Piano anticorruzione 2018 del Comune di Latina la seguente regola: “Le deliberazioni, dopo la pubblicazione, vengono riesaminata dalla Giunta mediante riapprovazione del verbale delle sedute precedenti con cadenza periodica”.

“Questa ‘regola’ – afferma la consigliera di opposizione – che la giunta si è data ha portato a riesaminare e riapprovare ben 111 delibere di giunta dei primi tre mesi dell’anno 2017. Intanto la legge non prevede retroattività per gli atti amministrativi, e questa misura è inserita nel Piano Anticorruzione del 2018”. Per Zuliani pertanto questa regola potrebbe essere applicata solo in futuro e non nell’anno precedente. “E poi – aggiunge -, perché la revisione e la riapprovazione proprio dal gennaio 2017 e non dall’insediamento di sei mesi prima? Quali sono le motivazioni che portano al riesame? Il pericolo è che si vogliano modificare cose scomode fatte nel passato facendole passare come un semplice controllo… Qual è la necessità di ritornare sui propri passi? La Segretaria Generale c’era o non c’era durante le sedute di Giunta validando le decisioni prese? Il controllore controlla se stesso? Questo significherebbe che, dopo essere approvate, una volta ed essere state pubblicate, dopo aver prodotto il loro effetto economico e/o giuridico, le delibere possono essere a distanza di un anno riesaminate e i verbali riapprovati, quindi messe in discussione proprio da chi ne aveva ratificato la validità! Un caso di schizofrenia amministrativa”.

Resta il fatto, per la consigliera, che se si ha necessità di modificare un atto il passaggio deve essere trasparente. Occorre annullarle e riproporle ex novo. La delibera 42 parla di riapprovazione di verbali delle sedute di giunta tenute un anno addietro. La giunta ha cambiato connotati in questo anno e come fa a riapprovare verbali di una seduta tenuta da altri componenti? Che cos’è la riapprovazione?

Ad avvalorare la tesi che non possono essere riapprovati atti di sedute precedenti – scrive Zuliani nel suo post – c’è anche il Consiglio di Stato sezione IV con la sentenza numero 6876 del 15 settembre 2010. Sostanzialmente se un provvedimento amministrativo deve essere riesaminato e riapprovato si presuppone che si vogliano valutare dei nuovi elementi e questo obbliga ad una nuova istruttoria e quindi a dar vita ad un provvedimento diverso dal precedente suscettibile quindi di autonoma impugnazione. Qui poi si pone l’altro problema: l’atto di prima non vale più? Insomma, non si può modificare un atto amministrativo in alcuna parte del proprio iter, anche perché potrebbe cambiare ‘l’assetto degli interessi’ come ad esempio, i membri della giunta che figurano in quel determinato atto. Se anche fosse una semplice riapprovazione dei verbali (non ci è dato sapere perché nulla era allegato) solo i presenti al primo verbale potrebbero provvedere, e invece anche chi non era presente a quella seduta riapprova”.

Per la consigliera tutta questa storia pone dei dubbi di legittimità soprattutto per il fatto che la delibera 42/2018 non ha alcun allegato, quindi non si conosce né il contenuto dei verbali precedenti né di quelli nuovi. E chi dice che non siano stati modificati? Se così fosse si andrebbe incontro ad una falsificazione, atteso che come dice il Consiglio di Stato per modificare un atto amministrativo occorre una nuova istruttoria?

“In nessuna parte nella delibera viene citata la legge che autorizzerebbe questa pratica alquanto dubbia”, aggiunge la consigliera sottolineando che l’iniziativa della giunta potrebbe comportare “potenziali problematiche e conseguenze giuridico-amministrative”.

“Infine – osserva Zuliani -, mi chiedo quanto tempo occorra per riapprovare 111 verbali. Un orario di inizio della giunta e della fine della stessa seduta che ha esaminato e riapprovato 111 verbali sarebbe indicativa del lavoro svolto. Questo ad esempio è il criterio che utilizza la giurisprudenza in tema di correzione dei compiti per capire se effettivamente sono stati letti e corretti e stabilire il tempo medio per ognuno di essi e quindi verificare se era effettivamente possibile fare il tutto nel tempo dichiarato”.