Coppia gay perseguitata a Formia, non è un caso isolato. L’Italia abbia uno scatto d’orgoglio

La relazione della coppia gay tormentata a Formia da vicini inqualificabili, è proprio come quella di tutte le altre. Si alzano per andare al lavoro, escono a cena con gli amici, fanno i lavori di casa, vanno in viaggio o al mare. Cos’è che disturba i loro persecutori davvero non è comprensibile.

Come non lo è chi discrimina per qualsiasi motivo, chi bullizza, chi pensa di essere meglio di altri e invece non lo è affatto. E’ davvero assurdo che ancora oggi, dopo tante battaglie, dopo tante parole spese, dopo tante lotte, ancora qualcuno possa arrogarsi il diritto anche soltanto di disturbare due persone soltanto perché esprimono il loro essere liberamente. Vivono secondo quello che sentono, in un paese che dovrebbe essere civile e invece ancora non lo è.

Basta scorrere qualche studio o statistica per capire quanto siamo arretrati. Secondo una classifica di Rainbow Europe di Ilga sui diritti umani di persone omosessuali, bisessuali e transessuali (una delle più importanti ong in materia), il nostro Paese risulta al 32esimo posto in Europa. Siamo uno dei 6 fondatori dell’Unione europea, ma ancora fortemente in ritardo sui diritti delle persone e sulla lotta contro le discriminazioni.

Soltanto uno dei punti presi in considerazione dall’indice Rainbow Europe è realizzato dall’Italia. Tra questi ci sono quelli relativi a pari diritti in ambiti educativi, della sanità e la presenza di principi di non discriminazione nelle leggi.

Non c’è in Italia, (come in Russia e in Turchia), l’aggravante specifica relativa all’orientamento sessuale e identità di genere. La legge contro l’omofobia, che lo prevede, è ferma al Senato, dopo l’approvazione alla Camera nel settembre scorso.

Non è più tempo di aspettare, di seguire frasi inconcepibili di politici che cercano pochi consensi. E’ ora di agire. Di eliminare il divario enorme con paesi quali la Gran Bretagna, la Francia, la Spagna, ma anche la Croazia e l’Ungheria.

Il Gay center denuncia oltre 50 chiamate al giorno di persone che vengono insultate, bullizzate, picchiate. I problemi iniziano a scuola e questo negli adolescenti ha conseguenze gravissime. Anche la politica ne è responsabile.