Covid-19, non è stato raggiunto il picco. Conte: “Non abbassare la guardia”

Il picco di contagi da Covid-19 non è stato ancora raggiunto.  Per questo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un’intervista al Corriere della Sera ha detto “non possiamo abbassare la guardia, è la sfida più importante: per vincere servono 60 milioni di italiani”.

È il momento dei sacrifici, delle scelte responsabili – prosegue Conte – fin dall’inizio ho lavorato con spirito di unità, mettendo la salute al centro. Stiamo affrontando un’emergenza mai conosciuta dal Dopoguerra a oggi. Sono orgoglioso di guidare questa grandiosa comunità”.

“Gli scienziati ci dicono che non abbiamo ancora raggiunto il picco – continua il premier – queste sono le settimane più rischiose e ci vuole la massima precauzione. È la sfida più importante degli ultimi decenni”.

“Dobbiamo attendere qualche settimana per verificare i risultati delle nostre decisioni – aggiunge Conte – per il resto non servono nuovi divieti. Bene hanno fatto i sindaci a chiudere i parchi e bene fanno i vigili a contrastare gli assembramenti. Questo purtroppo vale anche per le chiese. Vanno evitati gli spostamenti di chi nei weekend lascia Milano per raggiungere la famiglia o la propria residenza al Sud”.

“Il mondo delle imprese è chiamato a una sfida molto dura – ha concluso Conte – molti hanno chiuso e chi è aperto deve garantire ai lavoratori un adeguato livello di protezione. Questo decreto non sarà sufficiente. I danni saranno seri e diffusi, occorrerà varare un vero e proprio piano di ‘ricostruzione’. Dopo il coronavirus nulla sarà più come prima. Dovremo sederci e riformulare le regole del commercio e del libero mercato”.

Intanto però le prime misure sono state varate e prevedono “per gli autonomi e i liberi professionisti circa 3 miliardi di euro a tutela del periodo di inattività. I permessi per la legge 104 passeranno a 12 giorni con uno stanziamento di 500 milioni di euro”.

Non sarà possibile fare licenziamenti collettivi né procedere a licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo per due mesi a partire dall’entrata in vigore del decreto sull’emergenza coronavirus approvato oggi, 16 marzo.

I lavoratori dei settori del turismo, della cultura, dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo godranno di indennità straordinarie per contenere gli effetti negativi dovuti alle restrizioni. Le indennità sono estese anche ai lavoratori privi di ammortizzatori sociali.