Criminalità organizzata in provincia di Latina, in tre anni sequestrati e confiscati dalla GdF beni per 112 milioni di euro

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Il Palazzo M a Latina

Dal 2014 i sequestri patrimoniali, effettuati dalla Guardia di Finanza su tutta la provincia di Latina, per un valore di 81 milioni euro sono stati pari al 54% in più rispetto al triennio 2011-2013; le confische di beni per un valore di 31 milioni di euro, pari all’87% in più rispetto al triennio precedente. Questo il bilancio redatto dal comando provinciale, diretto dal colonnello Giovanni Reccia, impegnato nella lotta alla criminalità organizzata sul territorio pontino. La vicinanza a realtà significative per dimensione e consistenza criminale, come quella casertana e napoletana ma anche del basso romano nonché la presenza, sin dagli anni ’70, di pregiudicati campani e calabresi, ha spinto le Fiamme Gialle ad intensificare l’attività di prevenzione e repressione degli illeciti in materia di riciclaggio di denaro. Tre anni di intenso lavoro.

L’investimento criminale in aziende legali viene considerata la strategia di infiltrazione più pericolosa, infatti l’uso di società o altri enti dotati di personalità giuridica ha reso più difficile la tracciabilità dei beni al legittimo proprietario nonché permesso di diversificare meglio l’investimento che è diventato meno aggredibile.

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale Latina facendo ricorso ai poteri di polizia economico-finanziaria, normalmente utilizzati nelle attività di carattere fiscale, hanno rilevato che, da un lato, si è fatto ricorso a fatture per operazioni inesistenti (FOI) ovvero importazioni fittizie di beni che hanno consentito di giustificare movimentazioni finanziarie e/o trasferimento di fondi a fornitori esteri, dall’altro, ad operazioni realizzate mediante l’interposizione fittizia consistente nell’adozione di negozi giuridici simulati intestati a “prestanome” finalizzati ad occultare l’effettivo proprietario dei beni.

In particolare la Finanza ha eseguito: la confisca di beni mobili ed immobili, quote/azioni societarie nonché rapporti bancari per un valore patrimoniale pari ad euro 30.480.120,00 nei confronti dei Gangemi di Aprilia; il sequestro di beni patrimoniali e 10 società per un valore pari ad euro 47.000.240,00 nei confronti dell’imprenditore Sagliocchi Michele di Napoli ed altri 10 soggetti collegati di cui 4 arrestati, legato al clan Casalesi Bidonietti; il sequestro di beni patrimoniali e quote societarie per un valore pari ad euro 2.120.000,00 nei confronti di Grossi Vincenzo di Napoli ed altri 17 soggetti collegati ed arrestati, affiliati al clan Mazzarella di Napoli. Il Gico ha effettuato la confisca di beni patrimoniali e 5 società per un valore di euro 49.200.000,00 nei confronti degli Ascione di Formia.