Crisi a Sabaudia, l’infinita agonia di un’amministrazione già morta

Maurizio Lucci

“Prendo atto che l’amministrazione è finita”. Così Salvatore Schintu, consigliere comunale di Sabaudia, oggi al termine della conferenza capigruppo che doveva calendarizzare la discussione della mozione di sfiducia, sottoscritta da otto componenti dell’assise, presentata il 5 aprile scorso.

Vincenzo Avvisati
Vincenzo Avvisati

Presenti alla riunione il presidente del Consiglio comunale Vincenzo Avvisati, Gabriele Iodice della Lista Lucci, Marcello Pastore di Forza Italia, Amedeo Bianchi di Viva Sabaudia Viva, Renato Bianchi di Fratelli d’Italia, Giada Gervasi di Cittadini al Lavoro, e Schintu di Moderati per Sabaudia. Assente Paola Moretto del Gruppo Misto.

Avvisati ha informato subito i capigruppo di un’urgenza: adempiere al pronunciamento del Tar sulla lottizzazione Papi. La sua proposta è stata la seguente: il 29 il Consiglio con all’ordine del giorno la lottizzazione Papi, il 4 maggio il Consiglio per la mozione di sfiducia al sindaco Maurizio Lucci.

Marcello Pastore
Marcello Pastore

La proposta di Avvisati è stata respinta dalla maggioranza dei capigruppo, firmatari della mozione, per due ordini di motivo. Il primo: un’incomprensibile distanza tra un Consiglio e l’altro: la necessità di tornare in aula prioritariamente con la mozione di sfiducia. “Del resto – ha commentato Pastore – questo era l’impegno preso quando è stata rinviata, il 5 aprile scorso, la deliberazione sulla Stazione unica di committenza”. Il sindaco senza numeri, come alla precedente adunanza, aveva dovuto rinunciare e il fronte dell’opposizione lo aveva messo all’angolo con la mozione di sfiducia già presentata. Tornando ad oggi quindi, i sottoscrittori della sfiducia attraverso i loro capigruppo hanno posto come punto fermo il ritorno in aula per la sfiducia, poi tutto il resto, Papi compreso. “Eventualmente” bisognerebbe aggiungere, dal momento che se la sfiducia andasse in porto, come è prevedibile del resto – altri margini non appaiono -, tutto il resto verrebbe meno per lo scioglimento del Consiglio comunale.

Alle contestazioni mosse alla sua proposta, Avvisati ha abbandonato la conferenza seguito dal consigliere Iodice. I capigruppo sottoscrittori della mozione di sfiducia, in base a quanto riferito da Pastore, avrebbero verbalizzato dando indicazione per un unico Consiglio da tenersi il 29 aprile con all’ordine del giorno: la mozione; lottizzazione Papi.

schintuIl consigliere Schintu, nel prendere atto che l’amministrazione comunale non ha più alcuna opportunità di sopravvivenza, ha auspicato che l’esecutivo a stretto giro possa, prima della discussione della mozione, portare a termine tutti quei provvedimenti urgenti. Perché di urgenza a Sabaudia non c’è solo la Stazione unica o la lottizzazione Papi. Ci sono anche i Pua agricoli che attendono ed altri provvedimenti che le attività produttive di Sabaudia aspettano.

Dall’impasse Lucci non riesce più ad uscire. L’attività amministrativa ormai è ingessata dall’asse FI-Fdi che a Sabaudia si è ormai cementato a differenza delle altre realtà politiche della provincia di Latina. A quando il Consiglio o i Consigli? La parola al presidente Avvisati.

Nel pomeriggio Avvisati ha convocato l’assise per il 29 aprile alle 19,45 con tre punti all’ordine del giorno: adempimenti conseguenti per la pianificazione delle aree come disposto dalla sentenza del Tar relativa alla lottizzazione Papi; approvazione del Regolamento edilizio, modifiche e integrazioni; approvazione Pua (Piano di utilizzazione aziendale) per 8 ditte richiedenti. Dunque, per il 29 niente esame della mozione di sfiducia. Come a dire che c’è tempo fino al 4 maggio. Lucci non ha i numeri per approvare questo ordine del giorno, ma la mancata approvazione dello stesso graverà ancora una volta sulla città. Due le possibilità: condividere gli ultimi atti oggetto d’esame o fare muro attendendo di discutere la mozione in un secondo Consiglio. Il 29 aprile potrebbe accadere quanto già visto il 5 aprile: il rinvio dell’ordine del giorno per mancanza del numero legale, qualora l’opposizione volesse rimettere con le spalle al muro il sindaco, per dimostrargli ancora una volta che non ha più una maggioranza per governare. Il successivo appuntamento per la sfiducia, in quest’ultimo caso, lascerebbe appesi le delibere pronte per l’approvazione.