Un detenuto è morto nei giorni scorsi nel carcere di Latina, probabilmente per un malore, alimentando le preoccupazioni sulla gestione delle carceri del Lazio, già alle prese con sovraffollamento e carenza di personale.
Il decesso arriva a pochi giorni da un altro avvenuto con un suicidio nel carcere di Frosinone, segnali di un sistema penitenziario sotto pressione. Nelle carceri del Lazio sono detenute 6.710 persone, a fronte di una capienza regolamentare di 5.307 posti, con un esubero di oltre 1.400 detenuti. Allo stesso tempo, mancano all’appello 900 agenti di polizia penitenziaria, un vuoto che rende sempre più difficile garantire sicurezza e condizioni dignitose nelle strutture.
“La morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato. Quello che è accaduto a Latina è un grido d’allarme che non può essere ignorato,” afferma Massimo Costantino, Segretario Generale Fns Cisl Lazio. “Abbiamo bisogno di assunzioni straordinarie e di un piano serio per ridurre il sovraffollamento, anche utilizzando le misure alternative previste per chi ha pene residue inferiori ai due anni.”
Secondo Costantino, la situazione attuale ostacola il percorso rieducativo dei detenuti e mette a rischio anche il personale, esposto a turni massacranti, stress e tensioni quotidiane. “Non possiamo permettere che le carceri diventino luoghi di abbandono e di tragedie annunciate,” conclude.









