Dimensionamento scolastico, la Provincia stoppa le giunte di Latina e Terracina. Lbc pronta alla battaglia in Regione

Eleonora Della Penna

Il Consiglio provinciale di Latina ha approvato oggi la versione definitiva del piano di dimensionamento scolastico. Il documento è stato presentato all’assise dopo un ampio confronto nella commissione consiliare pubblica istruzione che ha poi licenziato la bozza definitiva giunta all’attenzione del Consiglio di oggi.

“Il dimensionamento scolastico – ha affermato in apertura di seduta la presidente Eleonora Della Penna – è una delle funzioni che ci porta a lavorare con grande collegialità. Non a caso ho deciso da qualche anno di inserire tra gli incontri organizzati anche quello con gli studenti delle scuole superiori di cui, come noto, si occupa direttamente la Provincia. Dopo l’approvazione tutto passa all’attenzione dalla Regione ma questo ente vuole fare il suo lavoro fino in fondo e solo attraverso un ampio dibattito grazie al contributo dei consiglieri provinciali e all’incessante lavoro degli uffici che anche quest’anno hanno operato alacremente per giungere a questo risultato”.

Il documento è stato approvato dal Consiglio dopo un ampio dibattito: “La commissione pubblica istruzione – ha affermato il presidente dell’organismo, il consigliere provinciale Giovanni Trani – si è riunita in due sedute distinte proprio per consentire ai Comuni di presentare tutti i documenti necessari per sostenere le loro richieste. Certamente abbiamo lavorato con impegno valutando le situazioni che ci sono apparse più critiche offrendo il nostro contributo, così come previsto dalla legge. Questo lavoro di confronto e condivisione, che non riguarda solo le scuole superiori ma anche le proposte dei Comuni per gli istituti di loro competenza, non è mai venuto meno e in futuro dovrà essere ancora più ampio”.

Il piano di dimensionamento è stato approvato col voto favorevole del presidente e dei consiglieri Bernasconi, Cardillo Cupo, Trani, Carnevale, Miele e Taddeo. Astenuto il consigliere Avelli mentre hanno dato il loro voto contrario i consiglieri Ciolfi e Di Trento. Il piano di dimensionamento accoglie la richiesta di attribuzione dei codici meccanografici di diversi istituti come richiesto dai Comuni di Cori e Formia, il mantenimento dell’autonomia scolastica per l’istituto Pisacane di Ponza con aggregato istituto Tecnico per il Turismo, l’associazione del liceo scientifico di Minturno con l’istituto omnicomprensivo Fusco di Castelforte, l’unificazione del liceo Gobetti e dell’istituto Libero de Libero di Fondi, entrambi sottodimensionati, e contestuale costituzione di istituto superiore. Invariate le altre situazioni. Cassate dalla commissione provinciale propedeutica le proposte provenienti dai Comuni di Latina e Terracina, riguardanti nel primo caso la scuola di piazza Dante e nel secondo la scuola della Elisabetta Fiorini. La delibera del Comune di Latina è stata eliminata dal piano in quanto ritenuta carente dei requisiti necessari per una riorganizzazione completa delle scuole e contente solo disposizioni inerenti a due istituti, il Cena e il Volta. Quella di Terracina per mancanza dei pareri del consiglio di istituto.

Nel corso della mattinata, il presidente Della Penna ha ricevuto una delegazione di genitori dei bambini frequentanti la scuola di piazza Dante in protesta contro il Comune di Latina che le hanno consegnato una petizione sottoscritta a contrasto dell’ipotesi avanzata dall’ente di piazza del Popolo di un trasloco dall’istituto Cena all’istituto Volta.

Sul caso di Latina, i consiglieri comunali di maggioranza Maria Grazia Ciolfi e Massimo Di Trento, che oggi nell’assise di via Costa hanno votato contro la delibera licenziata dalla commissione Scuola, a margine hanno dichiarato che hanno dovuto prendere atto con rammarico e perplessità dello stralcio della proposta dell’amministrazione comunale.

“A parte i tecnicismi – hanno commentato i due esponenti di Latina Bene Comune -, le motivazioni addotte, peraltro a nostro giudizio insoddisfacenti e che saranno oggetto delle opportune controdeduzioni formali nelle sedi deputate, si intende sottolineare che il metodo utilizzato è parso politicamente non corretto e avverso alla dignità della città capoluogo. Il parere della commissione può essere obbligatorio ma mai vincolante, la potestà regolamentare è, per legge, attribuita al Consiglio ed alla sovranità di questo Consiglio provinciale è stata sottratta la possibilità di esprimersi su una delibera comunale formalmente corretta. Tenuto conto dell’analisi del territorio e della razionalizzazione degli istituti, la proposta di delibera soppressa prevede l’inizio di un processo di dimensionamento più ampio e da attuare nel tempo a partire dall’anno in corso. Tenuto conto delle maggiori criticità riscontrate, nel rispetto delle linee guida regionali, la delibera non solo mantiene l’equilibrio numerico degli istituti interessati, ma restituisce coerenza dal punto di vista territoriale e asseconda i flussi naturali delle iscrizioni: vale a dire avvalendosi di criteri non solo meramente numerici ma di rispetto della territorialità e delle esigenze e preferenze dei giovani utenti e delle loro famiglie. È noto che ogni cambiamento, specie quando interviene su processi partecipati tra 2 o più soggetti, pubblici o privati che siano, trova la naturale resistenza, dovuta spesso, ai timori che sempre accompagnano nuove prassi ovvero nuove scelte”.

Dal canto loro i due consiglieri di Lbc rivendicano il fatto che la proposta del Comune di Latina sia stata rielaborata “all’esito di un percorso partecipato di condivisione con le forze sindacali, l’ex provveditorato e i dirigenti scolastici”. “Il dimensionamento proposto – hanno affermato – è dettato dall’esigenza di mantenere in vita un plesso scolastico storico della nostra città e dalla volontà di trovare una soluzione che rappresenta solo l’inizio di un piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica comunale, garantendo un passaggio graduale nei cambiamenti proposti. Riteniamo che l’aver stralciato l’indirizzo del comune capoluogo dal piano provinciale di dimensionamento scolastico ancor prima della discussione in Consiglio Provinciale, rappresenti più di uno sgarbo istituzionale. E’ per questo che abbiamo deciso di astenerci dal presentare alcun emendamento e rimandare la trattazione dello stesso nelle sedi istituzionali deputate, come previsto dalla normativa vigente, che con il DPR DEL 18/6/1998 n. 233 assegna alle Regioni il compito di provvedere annualmente al dimensionamento sul territorio della propria rete scolastica. Per tali ragioni e per mantenere alta l’attenzione su un argomento che merita una trattazione più ampia al di fuori delle logiche partitiche e con il focus puntato solo sull’interesse della comunità, il gruppo consiliare civiche pontine ha espresso, seppure con rammarico, voto contrario al piano provinciale per il dimensionamento scolastico, un rammarico che nasce dalla piena consapevolezza della necessità e della bontà di uno strumento come questo, che non può e non deve essere strumentalizzato”.

Dunque, il Comune di Latina farà valere in sede regionale le proprie ragioni contro il piano provinciale di dimensionamento scolastico.

Per quanto riguarda Terracina, la delibera della giunta municipale prevedeva la creazione di una grande scuola nel centro storico basso della città ottenuta attraverso l’accorpamento dell’Istituto “Francesco Lama” (scuola dell’infanzia e primaria di I°, oggi afferente alla scuola “Don Milani”) con quello dell’”Elisabetta Fiorini” (afferente invece l’Istituto comprensivo “Montessori”).I motivi di tale scelta, a detta del sindaco Nicola Procaccini e dell’assessore Roberta Tintari, erano quelli attinenti ad una scarsa affluenza di iscrizioni alla scuola “Lama” e l’efficienza scolastica che invece poteva essere riscontrata nella Fiorini ritenuta ad oggi, dopo la ristrutturazione, più accogliente, vicina a casa e di alto livello formativo.

Detto ciò, a seguito dell’iter amministrativo previsto, ovvero l’approvazione con una deliberazione del Consiglio Provinciale avvenuta in mattinata, è stata sancita la bocciatura del progetto in questione per mancanza dei necessari pareri da parte dei Consigli d’Istituto previsti dalle linee guida della Regione Lazio. “Un fatto che, peraltro, ha costretto lo stesso consigliere comunale e provinciale Avelli, ad astenersi dal voto per evidente carenza di documentazione sancendo cosi oltre l’inefficienza anche una debolezza amministrativa – ha commentato il Partito democratico -. Quanto alle nostre considerazioni, non possiamo che rimarcare ancora una volta che accanto a questa conclamata e ripetuta incapacità amministrativa della maggioranza vi sia in realtà un ulteriore dato preoccupante, ovvero l’assenza nei processi decisionali della totale considerazione di chi la scuola la vive e ne conosce le problematiche. Del pari, non possiamo neppure sottacere le ragioni della scelta fatta.

Sul punto, in primo luogo, evidenziamo come la Lama in realtà non soffra di un alcun calo delle iscrizioni bensì, di una riorganizzazione dell’offerta formativa dell’intero istituto comprensivo Milani, il quale ha visto aumentare addirittura, nell’ultimo triennio, le iscrizioni da 1300 a 1600 unità; in secondo luogo, come la ‘Lama’ risulti invece essere una scuola comunque accogliente e più idonea, visti gli spazi ricreativi di cui dispone”.