Discarica di Borgo San Michele, residenti sul piede di guerra

LATINA – Uno striscione eloquente “No alla discarica di Borgo San Michele” e compostezza, senza mai un eccesso malgrado la rabbia che da giorni cova dentro di loro.  Chiunque si sia trovato a passare in piazza della Libertà ha letto, ha visto e capito cosa ne pensano del “sito di stoccaggio di rifiuti inerti” i residenti della Migliara 45 e tutte le altre migliaia di abitanti del territorio interessati al problema. Ma anche cosa ne pensano coloro che da quelle parti hanno le secondo case, chi ama il paesaggio e ci tiene alla tutela.

Si sono radunati ieri pomeriggio davanti alla Prefettura, con loro i quadri territoriali della Lega. Domani mattina dalle 11 saranno proprio nel sito indicato per la realizzazione dell’impianto sulla 45. Stavolta avranno il sostegno di Fratelli d’Italia, ma: “Noi non abbiamo colori politici, la preoccupazione nostra non ha un partito”. E’ quello che ci dice una ragazza, i suoi occhi raccontano tutto. Il problema è intergenerazionale: “Rischiamo di pagare a vuoto i mutui per le case e le proprietà, dopo una vita di sacrifici di nonni e genitori. Il futuro dei nostri figli è a rischio”. A parlare è un papa di famiglia, c’è poco altro da aggiungere. Quella zona tra mare e Parco Nazionale del Circeo, a confine tra Latina e Sabaudia verrebbe a dir poco brutalizzata con un impianto simile. “Ho 55 anni, quest’area è stata sempre agricola. Non capisco perché vogliono cambiarle destinazione. L’idea che mi sono fatta è che abbiano scelto proprio quel sito. Non capisco il perché”.

Gli esponenti del Comitato hanno atteso che una delegazione venisse ricevuta dallo staff del prefetto Maurizio Falco. Nei giorni successivi verrà fissato un incontro con il rappresentante territoriale del governo, ma intanto è stata ascoltata la loro voce.

Non ci fermeremo qui, non permetteremo ancora servitù. Viviamo in una zona bellissima, vicino a noi scorre il Canale di Rio Martino, abbiamo le falde acquifere a 5 metri, dalle quali si approvvigiona anche la Plasmon. Ma tutto questo che fine farebbe? Non ce lo possiamo permettere”. Dicono così prima di tornare a casa, dandosi poi appuntamento a domani e alle prossime iniziative. La comunicazione, ovviamente, viaggia attraverso i social.

La questione da giorni rimbalza più lentamente tra Regione, Provincia e Comuni. Nel territorio pontino l’idea sarebbe quella di tre siti: uno nel nord, uno al centro e uno al sud della provincia di Latina. Il sindaco di Latina, Damiano Coletta, durante la presentazione della nuova campagna di raccolta porta a porta, ha ribadito i concetti di presa di responsabilità, di autonomia delle province nella chiusura del ciclo dei rifiuti e dell’affidamento a due consulenti della valutazione d’impatto ambientale: “Perché i rischi devono essere zero zero zero”.

A Fondi invece martedì 2 febbraio si riunirà dalle 17 il Consiglio comunale per esprimere contrarietà ad accogliere un analogo sito di stoccaggio di inerti in via Pantanello.

Da una parte non si vogliono ragionevolmente nuove discariche, dall’altra si vuole tombare definitivamente il sito di Borgo Montello e predisporre la bonifica a La Cogna, ad Aprilia. Uno sbocco comunque bisogna trovarlo.