Don’t touch, confisca dei beni e obbligo di soggiorno per Gianluca Tuma

Un momento della conferenza stampa del 23 febbraio 2017 relativa al sequestro dei beni di Gianluca Tuma

Gianluca Tuma sorvegliato speciale. Oggi la Divisione Anticrimine della Questura di Latina ha notificato ed eseguito il decreto di confisca e di sottoposizione alla misura preventiva della Sorveglianza Speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per anni tre, a carico del 49enne pontino coinvolto nell’inchiesta Don’t  touch.

Il provvedimento è stato emesso dalla sezione penale del Tribunale di Latina, su proposta del Questore di Latina. I beni oggetto di ablazione erano già stati sequestrati preventivamente nel febbraio del 2017, allorquando vennero messi i sigilli a beni mobili, immobili, e posizioni creditizie in vari istituti di credito, e tante società.

Tuma è conosciuto alle forze di Polizia e Magistratura fin dalla sua adolescenza; il suo primo arresto risale al maggio del 1985, quando non ancora quindicenne, fu sorpreso nella flagranza del reato di furto aggravato. A seguire altri  furti e reati contro il patrimonio, in compagnia di esponenti della famiglia Di Silvio. Annovera pregiudizi per estorsione, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali dolose, danneggiamento, eccetera.

Ma l’indagine più importante degli ultimi tempi che lo riguarda nasce dall’operazione Don’t  touch, condotta dalla locale Squadra Mobile denominata, da cui è scaturita  l’emissione a carico di Tuma di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere e intestazione fittizia di beni e poi sfociata in una condanna irrevocabile per la sola intestazione fittizia  a tre anni e quattro mesi di reclusione.

Il Tribunale ha condiviso gli accertamenti patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura, che hanno evidenziato l’esistenza di concreti e specifici indizi dai quali “si desume – sottolinea la Questura – che l’imprenditore e la sua famiglia, anche attraverso l’intestazione di quote societarie, vivono con i proventi derivanti da attività delittuose”. L’asse immobiliare e finanziario accumulato, “è in evidente sproporzione con le disponibilità dirette e indirette dichiarate al fisco”.

Il patrimonio confiscato, accumulato, anche attraverso interposte persone, per un ammontare di circa 3 milioni di euro, si concretizza nei seguenti beni e utilità: cinque immobili, di cui un appartamento, tre locali commerciali e un laboratorio  industriale, tre autocarri e un rimorchio, due autovetture, due motocicli, nonché quote societarie e rapporti bancari di 13 società il cui settore operativo spazia dall’edilizia, alla gestione di immobili, all’impiantistica edile civile fino alla produzione di alimenti. Tra i beni confiscati si segnalano le quote di partecipazione alla proprietà dell’A.S. Campoboario ed il marchio verbale e figurativo della Società Sportiva Calcio U.S. Latina.