Fatture false per sponsorizzazioni inesistenti, soldi che rimbalzano da un conto all’altro per cancellarne le tracce, e carte di credito intestate a terzi usate per coprire il giro d’affari illecito: è questo il meccanismo al centro dell’ultima inchiesta della Guardia di Finanza di Fondi, che ha portato ieri a tre arresti domiciliari e al sequestro di beni per circa 1,3 milioni di euro.
Tra gli arrestati anche un nome noto dello sport pontino, l’ex cestista Pino Romano, 52 anni, con esperienze nella massima serie italiana e negli Stati Uniti. Come riportato da il messaggero, con lui sono stati arrestati anche due familiari, incensurati. Secondo gli investigatori, avrebbero gestito un sistema di riciclaggio attraverso due associazioni sportive tra Fondi e Terracina, movimentando oltre 1,6 milioni di euro provenienti da fatture per sponsorizzazioni ritenute fittizie.
L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, si è sviluppata tra il 2018 e il 2021. Le operazioni sospette includevano prelievi, bonifici, trasferimenti online e l’uso indebito di carte di credito di terzi per occultare l’origine illecita del denaro. Le società Virtus Basket Fondi e Virtus Basket Terracina, a cui il nome di Romano è storicamente legato, non risultano coinvolte nell’inchiesta.
«I miei assistiti sono persone da sempre nel mondo dello sport e dell’associazionismo, possono vantare un trascorso ultratrentennale in certi ambiti, e sempre all’insegna della specchiata onestà», ha dichiarato l’avvocato Marco Popolla, difensore dei tre. «Bisognerà analizzare l’ordinanza ed attendere l’esito degli interrogatori di garanzia dei prossimi giorni, ma ritengo di poter dire già da ora che Romano e gli altri indagati potrebbero essere finiti senza volerlo in un meccanismo che merita di essere valutato con estrema attenzione».









