Ecoambiente, arrestato l’imprenditore Deodati. L’inchiesta partita da Catania che investe Ecocar

Nel mentre la politica del capoluogo di Latina discute sull’aggiudicazione provvisoria da parte della Paguro del 51% della società Ecoambiente, giunge notizia che il referente del socio privato, la EcoLatina Impianti, che potrebbe esercitare il diritto di prelazione sulle quote della società titolare della discarica di Borgo Montello, finite all’asta del fallimento della Latina Ambiente, è stato arrestato. Si tratta dell’imprenditore romano Antonio Deodati, 56 anni (figlio di Angelo), finito in carcere a seguito di un’inchiesta della Dda scattata per l’affidamento di un appalto per la raccolta dei rifiuti dell’importo di 350 milioni di euro, suddivisi in tre anni.

Insieme a Deodati sono stati arrestati anche dipendenti del Comune di Catania. Diverse le misure cautelari che la Dia di Catania ha notificato tra Catania, Roma e Milano. Le accuse vanno dalla corruzione al peculato. L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, denominata Garbage Affair, è a carico di quattro tra funzionari e dirigenti del settore Ecologia del Comune di Catania e due imprenditori romani vicini alla Ecocar, l’azienda che per conto del Comune di Catania ha gestito in regime di “prorogatio” la raccolta dei rifiuti.

Deodati risulta anche socio della Eco.Car srl già finita sotto la lente dell’antimafia. Dettaglio quest’ultimo che non è sfuggito all’imprenditore Fabio Altissimi che ieri a Latina, attraverso la società Paguro a lui riconducibile, si è aggiudicato per due milioni e mezzo il 51% della società Ecoambiente partecipata dalla EcoLatina impianti che fa riferimento ad Antonio Deodati, senza tuttavia poter concludere l’affare. La sua offerta è infatti stata congelata poiché fino al 26 marzo prossimo la Ecolatina potrebbe esercitare il diritto di prelazione. Oggi l’imprenditore Altissimi ha lamentato il fatto che solo in Italia è consentito riconoscere il diritto di prelazione a un socio con interdittiva antimafia.