Doccia fredda per Matteo Adinolfi, ma non per la Brexit. Anzi. Nella peggiore delle ipotesi rientrerebbe al Parlamento Europeo proprio grazie alla Brexit. A spiegarlo è l’interessato che oggi a Roma ha ricevuto la brutta notizie nelle stanze del Viminale.
“E’ un problema di resti – ha detto -. Devo attendere il riconteggio, in poche parole devo attendere la Corte d’Appello. Il sesto seggio assegnato alla Lega nella circoscrizione Italia Centro non è quello della Brexit, è stato assegnato con i resti. Nella peggiore delle ipotesi, cioè qualora non dovesse scattare il sesto seggio con i resti, rientrerei con quello aggiuntivo della Brexit. Nella migliore delle ipotesi, entrerebbe anche la candidata che sta subito dopo di me”.
La delusione di Adinolfi si taglia con il coltello. La Lega in provincia di Latina è stata così brava da portare voti anche ai candidati “forestieri” finendo di penalizzare il coordinatore provinciale, Adinolfi appunto, che a Roma non ha ricevuto la stessa cortesia, scivolando di due postazioni con il sorpasso delle “beneficiarie”. Adinolfi, intanto, non molla: incrocia le dita sperando nella Corte d’appello, altrimenti arriverà a Bruxelles soltanto quando l’uscita della Gran Bretagna sarà diventata esecutiva. Suo malgrado, Adinolfi è diventato un caso politico europeo.