Export, Unindustria: farmaceutico ok, preoccupazione per gli altri settori

Filippo Tortoriello Presidente Unindustria

Ottimo risultato nell’export per le aziende Laziali, con in testa il settore farmaceutico. Unindustria esprime soddisfazione ma al contempo preoccupazione per gli altri settori.

“I dati divulgati oggi dall’Istat sull’export italiano nel II trimestre del 2019, registrano per la nostra Regione un più 26,9%, un risultato che va oltre le nostre più rosee aspettative, soprattutto se paragonato al 5% della media nazionale. Il Lazio si dimostra la prima Regione italiana per contributo alla crescita dell’export nazionale”, dichiara Filippo Tortoriello presidente di Unindustria.

Unindustria precisa che l’export farmaceutico del Lazio segna un nuovo massimo storico: 7 miliardi nei soli primi sei mesi dell’anno, il 43% del totale nazionale: “Latina si conferma prima provincia in Italia, con il 24% delle esportazioni italiane del settore; ottima performance anche per Frosinone, terzo territorio dopo Latina e Milano, con una crescita tendenziale del 69%”.

Totoriello spiega che l’ottimo risultato è stato “ottenuto grazie ai cospicui investimenti in ricerca e sviluppo e innovazione, che sempre di più avvengono in chiave 4.0”. “Le aziende infatti – dichiara il presidente – stanno investendo in biotecnologie e nuovi materiali, ma anche in software, big data, analytics, intelligenza artificiale: tutte tecnologie che consentono di crescere in efficienza e qualità”.

La farmaceutica rappresenta uno dei settori più promettenti e ad alta tecnologia, con significative opportunità per lo sviluppo complessivo del Paese, ma anche per quello specifico della regione Lazio. “Di qui – aggiunge Tortoriello – l’importanza dell’azione che anche la Regione può svolgere per creare condizioni di contesto – infrastrutture, decoro e sicurezza – più favorevoli e in linea con la competitività di un settore così dinamico.

“Purtroppo per la nostra Regione – conclude il presidente – un dato così significativo è segnato in maniera negativa dal rallentamento di alcuni settori fondamentali della nostra economia regionale, primo fra tutti l’automotive che ha perso in sei mesi il 30% dell’export. Inoltre, auspichiamo da parte della Regione uno sforzo ulteriore ad investire sull’internazionalizzazione e sulla digitalizzazione dei nostri settori di punta e per diversificare ulteriormente il nostro export”.