I pub e ristoranti di Tuma gestiti dal fratello e da Mantovano

La conferenza stampa odierna

Assegni e soldi non restituiti, le ripetute minacce, la tentata estorsione. Su denuncia della vittima, alla quale era stata chiesto “il favore” di prendere gli assegni e presumibilmente incassarli, sono partite le indagini di “Ottobre rosso“, che ha portato all’arresto, da parte della Squadra Mobile di Latina, di Gianluca Tuma, il fratello Gino Grenga e Stefano Mantovano.

Episodi che risalgono a circa due anni fa, che hanno evidenziato in base ai successivi approfondimenti investigativi, anche di natura patrimoniale, come Gianluca Tuma, già coinvolto, e successivamente condannato, nell’operazione di polizia “Don’t touch” – abbia nel tempo affidato a propri complici società o quote sociali, allo scopo di eludere la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale a cui è sottoposto dal 2019 che prevede, tra l’altro, il divieto di ottenere licenze o autorizzazioni di polizia e di commercio.

E’ emerso infatti che varie attività commerciali nel campo della ristorazione e pub, aperte tra Latina (tre), Terracina e San Felice Circeo, erano gestite di fatto da Tuma avvalendosi però di intestatari fittizi, ossia gli altri due arrestati di oggi, i quali agiscono nelle vesti di amministratori e soci. Ulteriori accertamenti investigativi hanno poi evidenziato progetti imprenditoriali di espansione del gruppo, soprattutto nella città di Roma.

Le risultanze dell’attività d’indagine di Procura e Squadra Mobile sono state condivise dal G.I.P. del Tribunale di Latina Giuseppe Cario, che ha disposto le ordinanze di custodia cautelare. Inoltre, la Polizia eseguirà anche il sequestro preventivo di 5 società e dei relativi conti correnti, di fatto riconducibili a Tuma.