Idee e ambizioni che diventano progetti per i figli a “sviluppo atipico”. L’impegno dell’Aipd Latina, una lezione di vita

Due stage lavorativi in Spagna nella primavera del 2016; altri due nel 2017, ma il 2018 è iniziato con due tirocini lavorativi di tre settimane, stavolta in Portogallo, per Lorenzo e Valerio, ed altri due di 12 mesi, a Latina, per Francesca ed Andrea. Sono questi i passi da gigante che la sezione di Latina dell’Associazione Italiana Persone Down sta compiendo nonostante le difficoltà. Ma non ci si arrende, perché idee e ambizioni diventino progetti per un’opportunità lavorativa e non solo.

“E’ impossibile…” Il cappellaio matto: “Solo se pensi che lo sia!” [da Alice nel paese delle meraviglie]. È certamente la filosofia del cappellaio matto ciò che accomuna molti genitori di figli a “sviluppo atipico”, spiega il presidente Aipd Latina Samantha Meini. “Un anno di grandi progetti! Le difficoltà per l’Associazione per le famiglie sono molte: la mancanza della sede in cui l’associazione può svolgere l’attività da sempre portata avanti, la diffidenza delle persone, il timore dei genitori… Ma grazie all’aiuto di coloro i quali credono nel lavoro che svolgono siamo andati avanti cercando di scalfire, a volte abbattendo, gli stereotipi di massa che rendono difficili i cambiamenti. In pochi pensavo alla professionalità dell’Aipd di Latina; nata a dicembre del 2013 da un gruppo di genitori che volevano dare un’opportunità ai propri figli ma anche a loro stessi, oggi, dopo solo 5 anni di operatività,
hanno attivato i percorsi all’autonomia per tutte le fasce di età (‘merendiamo’, fino agli 8 anni; ‘esploratori’ dai 9 anni ai 13 anni; ‘club’, dai 14 anni ai 18 anni; e l’’Atl’ dai 18 anni in poi). I nostri ragazzi hanno ottenuto un inserimento lavorativo presso una catena di supermercati, inoltre, grazie alla collaborazione con l’ AIPD Nazionale, hanno avviato stage e tirocini lavorativi ( non ultimo quello presso l’azienda pontina ‘Ausilia’ con risultati superlativi). Ma non solo, in quanto si sta programmando l’avvio del progetto ‘Residenzialità’ ovvero la possibilità per gli adulti di andare a vivere da soli”.

“Non siamo utopici nelle nostre iniziative – commenta Meini -, ma ambiziosi perché crediamo nei nostri ragazzi. Le nostre attività, però, garantiscono solo una parte delle opportunità che possiamo loro offrire, ma molto può essere loro assicurato grazie anche alla collaborazione con le altre Associazioni e partner presenti nel territorio comunale”.
I ragazzi con la Sindrome di Down hanno un potenziale da scoprire e che loro stessi vogliono dimostrare.Noi, come associazione e con l’aiuto di tutti coloro che sono intorno a noi, faremo in modo che tutto ciò si trasformi in progettualità concrete”.