Il Business Plan strumento strategico per avviare una nuova attività

di Ivan Simeone

i.simeone@virgilio.it

 

“Se puoi sognarlo, puoi farlo. Pensa, credi, sogna e… osa!” Sono queste le parole di Walt Disney, un uomo che non è stato solamente un imprenditore ma un vero genio, che è riuscito a rendere reale un modo fatto di sogni. 

Su queste stesse parole possiamo impegnarci a costruire, in maniera solida, la nostra nuova attività imprenditoriale, grande o piccola che sia. 

Avere la forza di riuscire a rendere concreta la nostra idea imprenditoriale. Questa è la sfida che siamo chiamati a raccogliere.

Nella mia attività, in questi anni, molti sono coloro che ho “accompagnato” ad aprire una attività, ad “alzare una saracinesca”; bisogna farlo partendo da una analisi inziale attenta e seria. 

Per avviare una propria iniziativa commerciale, come artigiana, bisogna avere dei punti fermi quali il “saper fare” un qualche cosa, avere spirito di iniziativa e una “visione”, obiettivi da raggiungere. Importante avere delle competenze ed un minimo di leadership.

La prima fase ruota tutta intorno alla propria idea imprenditoriale che bisogna “mettere a terra”, renderla “operativa”. 

Nel primo incontro con il neo-imprenditore bisogna cercare di capire se vi sono le premesse per avviare il tutto. Altrimenti si rischia di perdere tempo e denari e, nel caso migliore, avviare una attività che poi andrà a chiudere dopo poco tempo, con tutto quello che ne consegue. Bisogna anche avere il coraggio, se serve, di dire: “aspetta, approfondiamo, formati meglio e poi apriamo…”

Tutta la prima fase ruota intorno alla redazione del così detto “Business Plan”, o piano d’impresa o –ancora- Fascicolo Aziendale. 

Molti sono i saggi interessanti ed autorevoli su come si “costruisce” un BP. Autori importanti, studi professionali e/o universitari; ottime letture che possono aiutare il neo-imprenditore. Ricordiamoci che informazione e formazione sono due aspetti che devono accompagnare sempre chi vuole fare impresa in maniera vincente. Un importante documento ufficiale sono le “Linee Guida” redatte dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti nel 2011 ma orientato principalmente a “piani d’impresa” finalizzati ad aziende ben strutturate.

Ma cosa è il Business Plan? Come poterlo realizzare?

Se andiamo a scomodare l’edizione on line della Treccani, vediamo come il BP sia quel “documento che definisce obiettivi, strategie, processi, politiche e azioni con orientamento a medio termine e che delinea i risvolti economico-finanziari delle stesse. Si utilizza sia per finalità legate alla pianificazione aziendale sia per la comunicazione verso potenziali finanziatori e/o investitori.”

È un documento di previsione che deve essere concreto, sintetico ed analitico. 

Attenzione: non fatevi attrarre da documenti già preconfezionati o scopiazzati su internet. Possono essere interessanti e si può prendere qualche “spunto” ma il vostro Business Plan deve essere come un vestito artigianale, costruito perfettamente sulle vostre idee, sulla vostra impresa-attività. Chi dovrà valutarlo se ne accorgerà subito di eventuali copia-incolla.

È bene che vi facciate seguire da un consulente che sia conosciuto e “certificato”. Un Tutor di microcredito (iscritto nell’elenco obbligatorio dell’Ente Nazionale), un professionista iscritto ad un albo professionale come rivolgersi ad una Associazione di Categoria datoriale ben conosciuta e, prima d’ogni cosa, prendere le informazioni dovute. Basta andare su internet ed oggi si sa tutto. 

Il Business Plan – opiano d’impresa che dir si voglia- è solitamente è composto da diverse sezioni, dedicate ognuna ad un preciso aspetto della propria idea d’impresa.

Si parte dall’illustrare l’idea imprenditoriale e da chi sono i promotori della stessa, con le proprie capacità professionali. Quale sia la Mission aziendale, gli obiettivi e i servizi o la produzione da realizzare. 

Capire chi sono gli eventuali partner, fornitori e dove bisognerà collocare la nuova attività. 

Si passa all’analisi di mercato sia nazionale che locale, i principali competitor locali e le strategie da attuare in ambito commerciale. Nulla deve essere lasciato al caso. Tutto deve essere analizzato e codificato. Certamente non manca una analisi dei rischi e come affrontarli. Bisognerà inserire i principali consulenti e le strategie di marketing.

L’ultima parte è probabilmente (sicuramente!) la più importante. 

Mi riferisco al piano finanziario ed al bilancio di previsione almeno triennale, con l’inserimento di tabelle analitiche e costi/ricavi. Tutto deve essere dimostrabile e più che concreto.

Per finire abbiamo l’inserimento degli allegati. 

Tutto quanto abbiamo “raccontato” deve essere avvallato dai “pezzi di carta”, come tabelle finanziarie, curriculum professionali dei soci, certificati di corsi e aggiornamenti, preventivi dei lavori da fare (che devono essere firmati e timbrati da chi li rilascia), planimetria e anche una dichiarazione, pur breve, del commercialista che ha redatto i bilanci di previsione. 

Il BP è il trasferire “su carta” una idea d’impresa e chi deve stabilirne la bontà e la sostenibilità finanziaria, deve avere tutti gli strumenti per poter, in serenità, valutarne la fattibilità.  Deve essere chiaro ed illustrare bene l’idea imprenditoriale da realizzare, analizzare il mercato di riferimento, analizzare i costi e la gestione finanziaria generale.

Avviare una attività non è poi difficile. La difficoltà sta poi nel farla crescere e creare sempre nuove opportunità di business. Chi dovrà gestire una attività dovrà avere una visione a 360 gradi.

In definitiva il BP è uno strumento essenziale sia per avviare l’attività, richiederne il sostegno finanziario ma anche per monitorare l’andamento stesso della nuova azienda. Possiamo quasi definire strumento di controllo gestione.

Quando decidi di avviare una nuova attività, la Tua attività, devi pensare a tutto ma poi devi lasciarti andare ed “osare”.