Un fine settimana nero per il calcio laziale, macchiato da due gravi episodi di violenza che nulla hanno a che fare con lo sport. A Latina, il difensore argentino Tamir Berman è stato vittima di una vile aggressione da parte di alcuni pseudo-tifosi. A Itri, al termine di una gara dilettantistica, alcuni sostenitori sono venuti alle mani sugli spalti, costringendo all’intervento delle forze dell’ordine. Due episodi distinti, ma figli della stessa cultura malata che trasforma la passione in odio, il tifo in intolleranza.
La vicenda più inquietante si è consumata a Latina, dove sabato – nell’immediato post gara di Latina-Trapani – un gruppo di persone ha preso di mira il giovane calciatore sudamericano, danneggiando la sua automobile e aggredendolo fisicamente. Un gesto immotivato e codardo, non dettato da motivi personali ma come sfogo per una stagione difficile. Poteva colpire chiunque: ha colpito lui.
La reazione del Latina Calcio 1932 non si è fatta attendere. Il club ha diffuso una nota ufficiale per condannare fermamente quanto accaduto e per stringersi attorno al proprio tesserato.
“Il Latina Calcio 1932 – si legge – esprime piena solidarietà al proprio tesserato Tamir Berman, vittima di una vile aggressione nella giornata di ieri. Condanniamo con fermezza ogni forma di violenza, dentro e fuori dal campo, e ci stringiamo attorno a Tamir, certi che saprà superare questo episodio con la forza e la determinazione che lo contraddistinguono, in campo e nella vita. Il club resta al fianco del proprio atleta, a tutela della sua persona e dei suoi diritti”.
Un episodio gravissimo che ha scosso l’intero ambiente nerazzurro e acceso i riflettori sul clima teso che si respira attorno alla squadra pontina. Nulla, nemmeno il peggior risultato sportivo, può giustificare simili gesti. La speranza, ora, è che i responsabili vengano identificati e puniti.
A poche ore di distanza, un altro episodio ha scosso il calcio laziale. Questa volta a Itri, dove alcuni tifosi sono venuti alle mani all’interno dell’impianto comunale, al termine di una partita. Una rissa che ha turbato la comunità locale e generato forte preoccupazione.
A intervenire con parole nette è stata Elena Palazzo, assessore allo Sport della Regione Lazio e cittadina di Itri:
“Esprimo la mia più ferma condanna per l’episodio di violenza verificatosi nel campo di calcio di Itri – ha dichiarato –. Questo comportamento è inaccettabile e non ha nulla a che fare con lo spirito sportivo che dovrebbe caratterizzare ogni competizione. La violenza non ha posto nello sport e nella società”.
L’assessore ha poi rivolto un appello diretto alla tifoseria locale:
“Mi rivolgo in particolare alla nostra tifoseria affinché svolga il ruolo di baluardo dei migliori valori sportivi. Vorrei poter contare proprio sul loro supporto e sul loro senso di responsabilità affinché episodi del genere non si ripetano più”.
Infine, Palazzo ha ricordato l’investimento della Regione sul centro sportivo di Itri:
“Vogliamo che questa struttura continui a essere un punto di ritrovo per tutti gli appassionati di calcio e promuova un modello di sport degno di questo nome”.
Due città, due episodi, un solo messaggio: la violenza non può più essere tollerata. Le condanne ufficiali sono arrivate. Ora tocca alle istituzioni, alle forze dell’ordine, alle società e ai veri tifosi fare quadrato per difendere il significato autentico dello sport. Solo così si potrà tornare a vivere il calcio come momento di gioia, passione e condivisione.









