Il Prefetto sospende Gavino De Gregorio

Il consigliere Gavino De Gregorio, finito agli arresti domiciliari dopo l'operazione dei carabinieri di questa mattina

 

Il giorno dopo il blitz denominato “Porta Napoletana” è scattata la sospensione da consigliere comunale per Gavino De Gregorio, capogruppo della “Lista Giannetti Sindaco”, decisa dal prefetto di Latina Vittoria Ciaramella in applicazione della normativa sugli amministratori colpiti da misure cautelari. Il provvedimento arriva a seguito dell’ordinanza del Gip di Roma, emessa su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha disposto per De Gregorio gli arresti domiciliari. Una vicenda che aveva già spinto il sindaco Francesco Giannetti a prendere le distanze politiche dal suo capogruppo, invitandolo a farsi da parte in attesa che chiarisca la propria posizione.

Nelle ultime ore si è però fatta sentire anche la principale area di opposizione in Consiglio comunale. Con una nota congiunta, i gruppi di Europa Verde, Partito Democratico e Progetto Terracina hanno chiesto una presa di posizione netta di fronte a un quadro giudiziario che ipotizza intrecci tra amministrazione e criminalità organizzata. Secondo i consiglieri di minoranza, non è sufficiente limitarsi a formule di garanzia formale: a essere in gioco non è solo la sorte dei singoli indagati, ma la credibilità complessiva del Comune e della politica cittadina.

I partiti di opposizione evidenziano come questo scenario si inserisca in una fase in cui Terracina deve affrontare scelte amministrative particolarmente sensibili. Sono sul tavolo il maxi appalto da 100 milioni di euro per la gestione dei rifiuti, le nuove concessioni balneari in attuazione della direttiva Bolkestein, gli adeguamenti urbanistici alla normativa regionale, la riorganizzazione dei servizi cimiteriali e il riordino delle occupazioni di suolo pubblico. Dossier che muovono interessi economici rilevanti e che, a loro avviso, devono essere al riparo da qualsiasi sospetto di condizionamento o opacità.

In questo contesto, l’amministrazione guidata da Giannetti viene accusata di non esprimere una linea politica chiara, lasciando aperti interrogativi che si sommano alle ombre sollevate dall’inchiesta. Per questo Europa Verde, Pd e Progetto Terracina chiedono al sindaco di riferire in aula, garantendo l’assoluta estraneità propria, della Giunta e degli uffici comunali a ipotesi di scambio politico–mafioso. In mancanza di rassicurazioni ritenute convincenti, le forze di opposizione indicano nelle dimissioni del primo cittadino l’atto politicamente più corretto e preannunciano l’intenzione di rivolgersi agli organismi istituzionali sovraordinati per verificare ogni aspetto della gestione amministrativa della città.