Inchiesta Laziomar, la senatrice Pacifico torna all’attacco della Regione: bastava ascoltare gli utenti

Marinella Pacifico

“Sono convinta a ritenere che l’inchiesta aperta dalla Corte dei Conti sia l’inizio di un processo che inevitabilmente chiamerà a rispondere la politica regionale con le sue scelte e farà emergere altresì le amnesie di un’intera classe dirigente regionale”. Così la senatrice pentastellata pontina Marinella Pacifico, sul caso Laziomar.

“Nei giorni scorsi – scrive in un comunicato stampa – alcune testate giornalistiche riportavano articoli nei quali si annuncia l’apertura di un fascicolo a carico di quattordici persone per la mala gestione di Laziomar. Le indagini svolte dalla guardia di finanza sono state trasmesse alla Corte dei Conti del Lazio. La vicenda Laziomar affonda le radici e vede protagonisti in negativo sia imprenditori sia funzionari della Regione Lazio. Ma abbandoniamo un po’ il tecnicismo amministrativo e forse con risvolti penali soffermiamoci sulle responsabilità politiche di chi ha gestito questa fallimentare operazione di ‘privatizzazioni’ dei trasporti marittimi per le isole ponziane. La mia denuncia politica, ricordata da alcune testate, non nasce certo da un’accurata indagine di polizia giudiziaria, ma semplicemente dalla constatazione dei fatti e dall’ascolto degli utenti di Laziomar. Stupisce che in tutti questi anni il “board” della regione Lazio non abbia vigilato sull’attività, diciamo allegra, di Laziomar, ma stupisce ancor di più che le opposizioni in regione siano state silenti nell’assistere al sistematico saccheggio di un bene dei cittadini, almeno secondo l’accusa”.

La senatrice conclude affermando che “in questi giorni è in discussione al Senato il DDL 497 inerente lo sviluppo delle piccole isole, riconoscendone i ‘gravi e strutturali svantaggi, prevedendo particolari forme di tutela, attraverso provvedimenti e normative, anche in deroga’”. “Appare superfluo ribadire – sono le parole di Pacifico – che sarò attenta e puntuale nel seguire l’iter di questo DDL, non sottraendomi ad assumere responsabilità. E tenendo sempre a mente la citazione di Bertold Brecht: ‘Esiste un giudice a Berlino’”.