Inchiesta Touch&Go: tirato in ballo Stefanelli. Il sindaco: “Illazioni. Combatto certi ambienti”

Inchiesta Touch&Go: primo luglio 2020, scattano le manette per 22 persone tra le province di Latina, Napoli, Isernia e Caserta. Tra le ipotesi di reato, il traffico di droga; per gli inquirenti la gestione sarebbe di un gruppo criminale affiliato al clan di Secondigliano. A sgominare la banda i carabinieri di Formia; a coordinare le indagini è la direzione distrettuale antimafia di Roma, per fatti riferiti al periodo compreso tra ottobre 2015 e agosto 2016 e marzo-settembre 2018. Il gruppo agiva sotto la guida di due fratelli di Secondigliano di Napoli e il contesto è quello della tenuta delle piazze di spaccio – in particolare a Minturno-Scauri – di cocaina, hashish, marijuana e shaboo, anche attraverso aggressioni e minacce.

Secondo indiscrezioni di stampa, i magistrati starebbero ora approfondendo anche materiali di precedenti inchieste, tra le quali Themis, in cui figurerebbero l’autista di un senatore e un avvocato del posto, quest’ultimo coinvolto nello smercio e che avrebbe affidato a quell’autista parte della droga per distribuirla tra Roma e Latina. Nelle intercettazioni non figurerebbe mai il nome di Gerardo Stefanelli, ma ad indicarlo ai magistrati sarebbero stati i carabinieri.

Stefanelli, attuale sindaco di Minturno, dedica un post su Facebook alla vicenda, e smentisce categoricamente qualunque coinvolgimento ed anche notizie riguardanti una eventuale indagine a suo carico. “Ho appreso da un sito internet di illazioni risalenti a ben 12 anni fa che mi riguarderebbero. Tutto ciò mi lascia stupito perché non ho mai avuto conoscenza diretta di quanto viene scritto e, soprattutto, resto sconcertato dal momento che verrei accostato ad ambienti che da sempre combatto con impegno e forza sia nella mia vita personale che istituzionale.

Qualora ce ne fosse bisogno, ci tengo a ribadire, per il rispetto che nutro nei confronti della mia cittadinanza e della mia famiglia, che non sono e non sono mai stato né indagato, né tantomeno convocato né informato dalle autorità a qualsiasi titolo per qualsiasi cosa. Non ho mai ceduto nulla a nessuno in tutta la mia vita, né ho mai collaborato indirettamente in attività del genere.

E, soprattutto, ho sempre sostenuto le attività delle forze dell’ordine investendo anche fondi comunali per rafforzare i presidi di sicurezza e controllo sul territorio comunale. Continuo il mio lavoro e la mia vita a testa alta come sempre”.